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Benevento – Serviva vincere e così è stato. Ventisette giorni dopo il Benevento è tornato a riassaporare il dolce gusto dei tre punti. Non succedeva dalla trasferta di Cittadella, anche quella vinta di misura. Nel mezzo due amare sconfitte e l’ennesima sosta di campionato che ha costretto la formazione di Bucchi a fermarsi nuovamente ai box. Una sosta benedetta questa volta, utile a smaltire le scorie e le tossine accumulate, ma utile soprattutto per ritrovare un successo arrivato ieri sera contro il Livorno grazie al calcio di rigore trasformato da Coda

La Strega ha tratto il massimo con il minimo sforzo dal posticipo. Non è stata una prestazione da far stropicciare gli occhi quella di Viola e compagni, ma è bastata per avere ragione di un Livorno che ha palesato limiti e difficoltà attuali che lo relegano all’ultimo posto della graduatoria. Una boccata d’ossigeno per i giallorossi, con Bucchi che adesso potrà preparare con spirito diverso la seconda gara interna di fila. Sabato al “Ciro Vigorito” arriverà la Cremonese e servirà un Benevento diverso per avere ragione dei grigiorossi di Mandorlini, unica squadra insieme al Pescara ancora imbattuta e miglior difesa del campionato con appena quattro reti al passivo.

Ieri sera Bucchi si è giustamente concentrato sulla parte mezza piena del bicchiere. Ne aveva bisogno l’ambiente e soprattutto la squadra dopo la prova incolore dell’ “Adriatico“. Bene il calcio champagne, ancora meglio i tre punti, l’unica cosa che veramente conta nel mondo del calcio. E allora bisognerà ripartire dalla sicurezza del “dottor” Puggioni e dalla ritrovata solidità di una difesa che ha riabbracciato Billong e Costa, consentendo ad Antei di poter ritrovare con calma una condizione fisica accettabile. Il tecnico romano ha riabbracciato Bandinelli a metà campo, ma soprattutto si è potuto consolare con la buona prova di Insigne. L’ex Napoli è stato la chiave di volta del match, riuscendo a scardinare con un guizzo la retroguardia labronica. Serviva la giocata di un singolo per dare la sterzata a un match al quale il Benevento ha impattato bene, salvo poi adeguarsi ai ritmi non certamente trascendentali della formazione di Lucarelli. E’ stato questo, probabilmente, il grande torto dei giallorossi. Ovvero non aggredire la preda, braccarla e stanarla quando il momento lo permetteva. Un Livorno timido e rinunciatario è invece riuscito a mantenere la parità per un’ora, rimanendo poi aggrappato alla contesa fino alla fine, tanto da rischiare addirittura di pareggiare.

Difetti da correggere e migliorare perché all’orizzonte si staglia un blocco di partite che potrebbe indirizzare il cammino dei sanniti. Tre gare in una settimana (Cremonese, a La Spezia nell’infrasettimanale e il sabato successivo contro l’Ascoli), prima della trasferta di Carpi che anticiperà l’ennesima sosta di un campionato “spezzatino”. Sarà quello il momento per tracciare un bilancio, il secondo da parte di Bucchi che in queste due settimane andrà alla ricerca di certezze, di un undici base che possa consentirgli di proseguire con decisione nel lungo cammino che conduce alla promozione.