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C’è il giustificato timore che sia giunta la fine dell’antico monastero di piazza Dogana. La struttura, risalente al XIII secolo e di grande valore storico e culturale, fu eretta sulla preesistente chiesa longobarda di San Costanzo dove pare che si sia recato San Francesco in preghiera. Durante la sua storia subì danni dal terremoto del 1702 e fu restaurata da Papa Orsini. Ebbe anche la funzione di caserma militare e nel 1968 fu riaperta al culto.

Attualmente gestito da frate Luciano Pugliese, il convento è stato per anni un punto di riferimento per la comunità cittadina ospitando numerose iniziative e attività che hanno arricchito la vita culturale del capoluogo sannita.

Secondo quanto ci risulta, l’immobile dovrebbe passare in gestione all’Università del Sannio, ma per ora l’annuncio ufficiale non è ancora arrivato. Nel frattempo cresce la preoccupazione tra chi ha sempre frequentato questo luogo, soprattutto tra i coristi, le associazioni locali, i fedeli e i cittadini che lo considerano una “casa” spirituale e civile. Negli anni il convento ha ospitato eventi di rilevanza culturale di diverso genere. Oltre a varie iniziative formative di carattere ecumenico poste in essere da padre Antonino Carillo, insigne biblista, nei suoi sedici anni di permanenza fino al 2021, il convento ha ospitato diverse attività legate al mondo dell’arte, tra cui le rassegne ‘I concerti della bottega’, ‘Il cinema sublime’, le prove dell’associazione di canto beneventano ‘Obisophia’, diversi spettacoli musicali con la direzione artistica di Enrico Salzano, i corsi di teatro di Te.St. Teatro Stage e relativa rassegna Rapsodie.

Dove troveranno adesso accoglienza le citate attività? Quale sarà il destino di un luogo che ha ospitato e dato vita a tante iniziative importanti per la città? Quale idea di cultura abiterà questi spazi?