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Il Benevento si appresta a varare il Baroni 2.0. Ansie e perplessità sono state spazzate via dall’incontro avuto dal tecnico con il presidente Oreste Vigorito. Si andrà avanti insieme dopo aver conquistato insieme la serie A, forti di un rinnovo fino al 2019 e di un aumento di stipendio. La Strega si affida dunque al suo condottiero, capace di tenere in piedi la nave beneventana anche quando i risultati non arrivavano, attraversando momenti di alti e bassi nell’arco della stagione.

Entusiasmante il girone di andata, chiuso dai giallorossi in terza posizione al loro primo anno in serie B. Trentasei punti ottenuti, due lunghezze in meno rispetto al Frosinone e cinque dall’allora capolista Verona, due squadre scese dalla A e intenzionate a tornare subito nella massima divisione. La sconfitta con la Spal, che apriva il girone di ritorno, veniva subito messa da parte; dieci punti nelle successive quattro giornate non lasciavano intravedere crepe nell’intelaiatura sannita.

La sconfitta con il Bari, invece, diede il via al periodo più complicato della gestione Baroni. Due punti conquistati in seri partite sembravano rappresentare la fine dei sogni del popolo beneventano, risollevatosi con i successi contro Spezia e Ternana. Ma il peggio non era ancora passato. L’unico punto ottenuto con il Vicenza in mezzo a tre sconfitte ponevano nuovamente in bilico il futuro di Baroni. In molti cominciavano a chiedere la testa dell’allenatore il cui merito è stato indubbiamente quello di cementare il gruppo, isolandolo dalle critiche in un momento poco felice e convincendolo ad andare dritto per la propria strada.

Baroni ha sfruttato al massimo l’organico che aveva a disposizione, facendo a volte di necessità virtù soprattutto per la mancanza di un arrivo dal mercato del tanto sospirato esterno di ruolo richiesto. Eccezion fatta per i portieri ha praticamente utilizzato tutti gli elementi a sua disposizione, perdendo per strada il solo Bagadur. Ha insistito su elementi come Pajac (se non avesse messo al centro la punizione finale col Frosinone come sarebbe finita?) e Puscas. Il finale di stagione gli ha dato ragione e Baroni si è meritato la possibilità di giocarsi questa serie A, magari con alle spalle il supporto di Pierpaolo Marino, in arrivo nel Sannio, a quanto sembra, per ricoprire il ruolo di direttore generale, lasciando a Di Somma la carica di direttore sportivo.