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Benevento- Era il 2012 quando venne posata la prima pietra della Cittadella Sportiva del Rugby. Comunemente conosciuta come “Bios” il villaggio dello sport era destinato a diventare la Coverciano del Rugby, la casa di tutte le società sannite, 12 ettari di terreno, due campi da rugby, una sala convegni, una club house, residenze per gli atleti. Un progetto ambizioso: Bios uguale vita, sinonimo dello sport all’aria aperta.

Circa 4 milioni di euro di finanziamento, nell’ambito dell’Intesa di programma tra Regione e Comitato interministeriale della Programmazione Economica del 2007. 

535 giorni avevano detto sarebbero stati necessari, ne è passato qualcuno in più.

Era stata nominata anche una commissione che ha seguito i lavori fino al cambio di vertice della Provincia. Lo conferma l’allora presidente dell’ente Aniello Cimitile:”Non conosco gli sviluppi, stiamo parlando del 2014, all’epoca c’erano dei vincoli della Sovraintendenza ma che sembravano superati, ero fiducioso che quell’opera si potesse realizzare in poco tempo. L’ultimo accordo con la Sovraintendenza  prevedeva che la zona interessata dagli scavi archeologici non sarebbe stata toccata e saremmo andati avanti con tutto il resto”.

Alla base anche il sostegno della Federazione Italiana Rugby con l’allora Presidente Dondi,  e quindi un accordo con le associazione sportive  locali per un piano di uso comune della struttura. “La federazione avrebbe  garantito- ha aggiunto Cimitile- una serie di attività in un centro di rilevanza nazionale”.  Vero anche che con il fallimento a Benevento dell’Accademia bisognerà capire ora la Federazione che progetti ha su questo impianto e se i margini dell’accordo resteranno tali.

Prima di tutto però a che punto sono i lavori di completamento. “Non ne ho notizie-ha confermato Costantino Boffa che faceva parte della commissione nominata da Aniello Cimitile- con il cambio di vertice alla Provincia la commissione è decaduta, non so a che punto siano. So che la Club House era pronta, così come le residenze degli atleti”.

Eppure nonostante la struttura pare essere a buon punto non ha ancora aperto le porte, lo conferma il direttore dei lavori Salvatore Minicozzi: “Gli interventi da fare sono stati eseguiti, sussiste su quella zona un vincolo archeologico. Ad oggi sono stati realizzati: 4 alloggi per atleti, l’infrastruttura interna, l’alloggio custode al centro polivalente, una club house due campi da rugby e i parcheggi.

Quello che manca sono le tribune, non abbiamo potuto realizzarle perché buona parte del denaro è stato utilizzato per le indagini archeologiche. Completeremo il campo con l’illuminazione quindi, la Regione dovrà dare un parere se tutto andrà bene penso che per quest’estate dovrebbe essere pronto”.  

Il punto però resta, non è ancora chiaro da chi sarà utilizzata la struttura, dalle società sportive sannite che in molti casi con grande difficoltà devono farsi carico delle spese di gestione dei campi o se dalla Federazione. “Non so- ha concluso Minicozzi- a chi sarà destinato”.

Lo chiarisce  il Presidente della Provincia Claudio Ricci:Il 28 giugno 2012, alla presenza, tra le altre Autorità civili e religiose, dell’allora Presidente della Federazione Italiana Rugby Giancarlo Dondi e del deputato Costantino Boffa, il mio predecessore prof. Aniello Cimitile pose la prima pietra del “Villaggio  Bios – La cittadella sportiva del rugby”.

Questa struttura,  costituiva anche un “omaggio”, come disse il Presidente Dondi, alla prestigiosa tradizione rugbystica locale.

In questi anni, pur tra le difficoltà note a tutti che hanno colpito le Province, il nostro Settore Infrastrutture ha sempre seguito con la dovuta diligenza lo sviluppo dell’opera, tanto è vero che, al momento, si attende una autorizzazione regionale in ordine ad una variante di natura tecnica per la chiusura anche formale dei lavori.

Va ricordato che, successivamente a quel 28 giugno 2012, con la partecipazione della Dirigenza scolastica dell’Istituto Agrario “Mario Vetrone”, fu ospitato presso quel “College” di Piano Cappelle, l’Accademia del Rugby per l’Italia Meridionale con la partecipazione di giovani promesse della palla ovale provenienti da numerose città del Sud.

Nei giorni scorsi io stesso ho ricevuto presso la Provincia tre esponenti di primo piano della FIR con i quali è stata raggiunta una cordiale intesa per poter completare il campo di gioco antistante il “Mario Vetrone”. In quella occasione, nel ringraziare la FIR, espressi la convinzione che avevamo svolto un ottimo lavoro per mettere a servizio dei giovani e della stessa Scuola una bella struttura sportiva presso il magnifico complesso dell’Agrario. In questa ottica, dunque, non mancherò di seguire con il dovuto impegno tutte le procedure per consentire il più ampio accesso possibile al Villaggio”.