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Benevento – Assegnato ai territori coinvolti nel progetto ‘Biowine’ (Biological Wine Innovative Enviroment) il ‘Premio Speciale Ecofriendly Vinibuoni 2020’.  L’importante riconoscimento viene conferito dalla guida ‘Vinibuoni d’Italia’ (edita dal Touring Club Italiano), in collaborazione con Verallia (gruppo francese di contenitori in vetro per alimenti con otto stabilimenti in Italia), Repower (gruppo internazionale attivo nel settore energetico da oltre cent’anni) e Amorim (azienda portoghese leader mondiale nella produzione di tappi di sughero). Il Premio Ecofriendly viene conferito alle aziende virtuose che si sono messe in evidenza nell’abbattimento dei consumi energetici, nel recupero delle acque, nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, nell’utilizzo di prodotti eco-compatibili, nella conduzione biologica o biodinamica, nell’impiego di energie alternative, nell’uso dei residui di potatura o altro, nella fruizione di materiali riciclati per imballaggi, nell’uso di bottiglie leggere…

Si tratta di un riconoscimento nel segno della sostenibilità, driver sempre più importante per il mondo del vino, sia per le scelte dei consumatori, che per le strategie delle cantine. Saranno quattro le aziende italiane che quest’anno riceveranno l’importante Premio: Astoria Vini (Veneto), Letrari (Trentino), Leone de Castris (Puglia) e Fratelli Puddu (Sardegna). A queste si aggiunge il Premio Speciale assegnato ai territori di ‘Biowine’ (Sannio e Cilento in Campania e la Val d’Agri in Basilicata) “che hanno implementato, rafforzato e diffuso – si legge nella motivazione del Premio – pratiche sostenibili nella produzione vitivinicola e hanno saputo coinvolgere le comunità locali in un processo di condivisione e crescita dei valori del rispetto dell’ambiente, delle produzioni locali, della salute dei consumatori e del benessere della società”.

La cerimonia di consegna del riconoscimento è programmata per sabato 9 novembre (dalle ore 10.30) a Merano, nel corso della presentazione dell’edizione 2020 della guida Vinibuoni d’Italia, che si svolgerà nell’ambito del ‘Merano Wine Festival’. La guida è unica, nel panorama italiano e internazionale, perché la sola dedicata ai vini da vitigni autoctoni, cioè a quei vini prodotti al 100% da vitigni che sono presenti nella Penisola da oltre 300 anni. Ispirata alla tradizione enologica italiana e volta a valorizzare le radici locali, il territorio e la tipicità, Vinibuoni d’Italia dà un segnale preciso ai consumatori e al mercato italiano ed estero, sul made in Italy del vino. Vinibuoni d’Italia è frutto di un lavoro di qualità da parte di un team di esperti (coordinati da Mario Busso e Alessandro Scorsone) che ogni anno si riunisce in commissioni di degustazione regionale e seleziona i vini migliori, tra i quali nel corso delle finali vengono premiati i ‘top’ che sabato saliranno sul palco del Teatro Puccini per ricevere la prestigiosa ‘Corona’.

«Sono particolarmente soddisfatto e anche un po’ orgoglioso – dichiara il curatore scientifico di Biowine, Giovanni Quaranta – per questo prestigioso premio perché riconosce il grande lavoro che è stato portato avanti dai territori coinvolti nel progetto. Un riconoscimento che valorizza, soprattutto, il grande salto culturale che gli stessi hanno compiuto. É’ proprio questo che voglio sottolineare. La scommessa della sostenibilità ambientale – spiega Quaranta – è stata coniugata, con grande intelligenza, alla sostenibilità economica e a quella sociale. É indubbio, infatti, che i territori hanno riconosciuto l’importanza di regolare la gestione delle risorse naturali, riconoscendo in queste ultime un asset fondamentale per la riproducibilità del sistema socio-ecologico ma, allo stesso tempo, hanno saputo cogliere l’opportunità di valorizzazione economica e di competitività che passa attraverso la gestione green. Queste due opzioni strategiche, infine, sono state declinate all’interno di una piattaforma multi-attoriale che ha messo insieme i diversi attori territoriali, concretizzando quella che viene definita governance multilivello e che, nella sostanza, può rappresentare la vera chiave di volta per la sostenibilità sociale della pratica e, più in generale, di un territorio. È un modo di lavorare insieme – conclude il professore Quaranta – che fa ben sperare e che apre a possibilità sempre più feconde di collaborazioni e sinergie, grazie anche al grande lavoro “culturale” fatto attraverso la pubblicazione della Guida».