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San Giorgio del Sannio – Si sono svolti nella Chiesa Madre di San Giorgio del Sannio i funerali di Ezio Bocchino, il 55enne ritrovato privo di vita il 6 marzo scorso in un’area rurale di contrada Iannassi a San Nicola Manfredi dopo che non aveva più fatto ritorno a casa dal 24 febbraio.

Al rito funebre, officiato dal parroco mons. Aurelio Capone e concelebrato da don Gianluca Spagnuolo e padre Domenico Tirone, hanno partecipato oltre ai familiari, la mamma Linda, la sorella Rosangela e i nipoti Francesco ed Elisa anche numerosi concittadini e il sindaco di San Giorgio Sannio, Mario Pepe.
Ezio Bocchino era una persona molto conosciuta nella popolosa cittadina e la sua figura era cara a tutti anche se il suo carattere assai schivo e taciturno avrebbe potuto far pensare ad una scarsa propensione alla socializzazione. In realtà in tanti gli volevano bene, Ezio amava andarsene in giro in tuta da ginnastica ascoltando musica moderna. 
Le circostanze della sua morte, dovuta all’ipotermia, susseguente probabilmente ad un malore, a tanti chilometri da casa, hanno reso ancora più drammatica la vicenda della sua morte che priva la madre, la sorella e i due nipoti, Francesco ed Elisa, di un punto riferimento, sensibile e affettuoso. 
Mons. Aurelio nell’Omelia ha invitato tutti a riflettere sulle fragilità che appartengono all’uomo ed ha voluto confortare i familiari che dovranno convivere con una dolorosa assenza, certamente difficile da accettare. Il parroco ha voluto sottolineare gli ostacoli che Ezio ha dovuto scavalcare nella sua vita e che lo hanno portato ad una forma di depressione. Tutto questo però non ha impedito ad Ezio di farsi amare e nel contempo a lui stesso di donare amore. Del resto, in lui c’era gioia di vivere e il desiderio di farsi amare da tutti.
“Il nostro cuore oggi è addolorato, siamo vicini alla famiglia”. Mons Capone ha poi voluto sottolineare la fatica, l’angoscia e lo stato d’animo del quale Ezio era succube negli ultimi mesi: “Ora sicuramente sarai libero da tutte le angosce” . 
Nella commemorazione pronunciata dai nipoti al termine del rito funebre c’è proprio un fortissimo rimpianto per la scomparsa di una persona che non è stato solo un zio, per loro, ma un secondo padre. “Ci dicevi sempre cose semplici, ma mai banali. Il nostro cuore è a pezzi”.