- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – Le parole di Cristian Bucchi al termine della semifinale play off di ritorno che ha visto il Benevento ospitare il Cittadella. L’allenatore romano ha commentato la prestazione dei giallorossi, scesi in campo allo stadio “Ciro Vigorito” per affrontare la formazione di Roberto Venturato. Questi i temi affrontati in conferenza dal tecnico della Strega dopo la sfida con i veneti.

Sconfitta – I pronostici lasciano il tempo che trovano, lo avevo detto subito dopo la partita di andata, non per scaramanzia ma perché è capitato di ribaltare una partita ad alti livelli e può capitare in serie B. Stasera si è visto lo specchio della nostra stagione. Abbiamo fatto una mezz’ora ottima, abbiamo cercato il gol, lo abbiamo sfiorato e potevamo dare una mazzata al loro morale. Invece un episodio ha permesso che accadesse quello che non volevamo, andare sotto e dare fiducia al Cittadella. Poi, senza subire tiri, abbiamo preso anche il raddoppio. Dopo è diventata una partita difficile dal punto di vista mentale. Ho detto ai ragazzi di stare tranquilli all’intervallo ma non siamo stati bravi e fluidi, la palla scottava in certi momenti. In queste partite servivano coraggio e sfrontatezza e non siamo stati bravi. Il tre a zero ci ha fatto ritrovare in un brutto film ed è arrivata l’eliminazione. Ci dispiace perché ci credevamo, volevamo arrivare fino in fondo e credo che, nel doppio confronto, lo meritavamo. 

Responsabilità – Nell’arco di una stagione le responsabilità ci sono e sono nette, non mi sono mai tirato indietro e ci ho sempre messo la faccia. A questo punto della stagione devo dire che l’approccio alla partita e la mentalità sono aspetti che sono stati curati bene. Mi sento sicuramente responsabile perché ci sono cose che non sono andate e in undici mesi non siamo riusciti a migliorare questi aspetti, nella cura dei singoli.

Mentalità – Abbiamo preso il primo gol su una ripartenza dove eravamo in superiorità numerica ma abbiamo lasciato a Diaw la possibilità di prendere palla, scaricarla e buttarsi nello spazio. Il nostro era un atteggiamento normale. C’erano tutte le componenti giuste, stavamo bene, giocavamo in casa e i due gol sono stati frutto di episodi fortuiti. Nonostante la prestazione ci siamo ritrovati sotto di due reti, ci abbiamo provato ma lo abbiamo fatto male.

Salto di qualità mancato – Il carattere di una persona e di una squadra si fa fatica a cambiarlo. Il nostro percorso è stato dettato dal carattere, dall’indole della squadra. Ho capito che dovevamo giocare sempre all’attacco per vincere. Nei momenti di pressione, quando tutti ci davano per favoriti, finivamo sempre col calare di tensione. Proprio per questo volevo giocare all’attacco anche stasera.

Scelte – Le rifarei tutte, abbiamo finito il primo tempo sotto di due reti senza che gli avversari entrassero in area e dopo avere creato dieci occasioni da gol. Nella ripresa non siamo stati capaci di reagire a una situazione che si era creata. Dovevamo mantenere calma e tranquillità, evitando di prendere il terzo gol e continuando a giocare. Ci siamo fatti prendere dall’ansia, dalla foga e siamo stati poco lucidi. La fortuna, va anche detto, non è stata dalla nostra parte.

Futuro – L’umore positivo o negativo può essere vissuto all’esterno, all’interno c’è una percezione diversa. Alle spalle ci sono undici mesi di lavoro che per me sono importanti. Non ho ancora parlato con la società, lo farò prossimamente ma non è un risultato negativo che mi condiziona. Se avessimo vinto non mi sarei sentito Mourinho, ora non mi sento il peggior allenatore del mondo. Speravo in un epilogo diverso sicuramente, torniamo a casa con la tristezza nel cuore. Nei prossimi giorni, con razionalità, riprenderemo il nostro cammino. Una sconfitta non cambia quello che penso e non cambia il parere della società, valuteremo con grande serenità.