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Benevento – A seguito della caduta massi sulla Strada provinciale collegante Cerreto Sannita a Cusano Mutri, dopo un primo sopralluogo effettuato nelle ore successive al crollo dal Servizio Viabilità della Provincia che ha disposto la chiusura al traffico dell’arteria, questa mattina è stato effettuato un secondo sopralluogo per verificare la condizione di pericolosità del versante montano sovrastante la carreggiata stradale.

Il Presidente della Provincia di Benevento Antonio Di Maria ha ricevuto un rapporto da parte del Responsabile del Servizio ing. Salvatore Minicozzi ed ha concordato sulle seguenti misure che sono state predisposte dai Tecnici: per gli interventi a breve termine è stato predisposto ed ordinato il ripristino della rete paramassi che, pur avendo fatto egregiamente il proprio lavoro impedendo conseguenze ben più gravi di quelle effettivamente verificatesi, è stata comunque sfondata per alcuni metri lineari.

Il Servizio Viabilità ha anche avviato una ricognizione con drone e scalatori sul versante che sovrasta la Strada provinciale al fine di accertare se vi siano ancora condizioni di pericolo e, precisamente, se vi siano massi in bilico. Tale verifica sarà effettuata compatibilmente con il miglioramento delle condizioni meteo al fine anche di garantire la sicurezza degli operatori e dei tecnici. Una volta avuto una relazione precisa sulle condizioni di stabilità del versante si verificheranno le compatibilità e sostenibilità finanziarie e si disporranno le relative procedure amministrative per gli interventi di messa in sicurezza.

Il Presidente Di Maria, a tale riguardo ha dichiarato: “E’ ben nota la fragilità del territorio sannita e la persistenza di numerosi movimenti franosi più o meno attivi. In alcuni punti della rete stradale provinciale sannita la situazione viene continuamente monitorata anche per le pregresse criticità che storicamente vi si sono registrate. La zona interessata dalla caduta massi sulla Cerreto Sannita – Cusano Mutri è, appunto, una di queste. La Provincia è subito intervenuta; ma è evidente che noi chiediamo ancora una volta un Piano regionale e un Piano nazionale di intervento sulle infrastrutture viarie provinciali sulle quali si sviluppa la mobilità e la stessa economia delle aree periferiche, che, non per questo, sono marginali e che hanno eguale diritto ad arterie sicure”.