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Stagione sportiva 2005/06, lodo Petrucci, Older Tescari, Orazio Buda e Cosimo Napolitano. Poi Claudio Gabetta, Carlo Florimbi, forse con la j finale al posto della i, (rimarrà il mistero sul cognome e sul perchè del suo ingaggio) e Paolo Specchia. E, dulcis in fundo, Ciro ed Oreste Vigorito. Doveva essere l’anno zero della strega post fallimento, per certi versi lo fu. La rinascita non cominciò con la cordata sannita-piemontese ma dalla manovra risalva-Benevento dei fratelli del vento, che esordirono proprio a Sassuolo il 19 marzo 2006. 

Quella doppia sfida fu l’unico incrocio tra neroverdi e giallorossi, considerare il Sassuolo bestia nera sembra prematuro (due successi su due), per non rischiare, dunque, basterà battere gli emiliani domenica al “Vigorito”. Tre ex giallorossi ricordano in maniera nitida la doppia sfida di 12 anni or sono: Roberto Cocca, Mario Massaro e Alessandro Cagnale. 

Cocca, prodotto del vivaio giallorosso e attualmente titolare di una importante digital agency nel teramano, collezionò cinque presenze durante quella stagione: “Il Sassuolo vinse meritatamente entrambe le sfide, all’andata ci fu il passaggio di consegne. Noi eravamo ancora ben messi in classifica ma sapevamo che avevamo raccolto più di quanto meritavamo, loro vinsero a domicilio e scoprirono le carte, cominciando una risalita che li portò, con l’ausilio dei play-off, in serie C1. La sconfitta del ritorno fu ancora più pesante, soprattutto in termini di prestazione. Arrivammo stanchissimi in quella fase della stagione, pagavamo una preparazione carente e mister Florimbi non ci aiutò tantissimo. Del Sassuolo ho un ricordo positivo per quanto riguarda il gioco, avevano tecnica ed intensità, correvano a mille e sapevamo sarebbero potuti arrivare fino in fondo. L’ambiente, però, non mi sembrava ancora da squadra organizzata per palcoscenici importanti – ha concluso Cocca – era ancora un calcio provinciale che poi è stata la base per raggiungere traguardi impensabili”.

Dici “freccia di Maddaloni” e non hai dubbi: è lui, Mario Massaro, una vita nel Sannio ed una carriera apprezzatissima da tutti gli sportivi beneventani: “Ricordo benissimo quelle due partite, si parlava già in maniera ottimale del Sassuolo che offriva un calcio piacevole in una categoria in cui è davvero difficile vedere squadre che giocano al calcio. La prima partita, quella dell’andata a dire il vero fu molto combattuta e sinceramente non meritavamo di perdere, andammo in vantaggio ma ci recuperarono subito, non fummo bravi a gestire l’1-0. Mentre al ritorno non ci fu partita e, al di là del risultato finale di 2 a 0, diedero l’impressione di esserci nettamente superiori in una fase della stagione in cui pagammo una preparazione atletica complicata viste le vicissitudini di inizio anno. Speriamo che stavolta l’esito sia completamente diverso perché ne abbiamo proprio bisogno e visto la prestazione contro la Juventus, nonostante la sconfitta, dovrebbe darci morale”.

Alessandro Cagnale fu un punto fermo di quella stagione, il suo innesto fu una garanzia per la gente sannita, ancora scettica sulla velleità della nuova cordata: “La gara di andata la giocammo sulle ali dell’entusiasmo di un periodo ancora positivo dopo una partenza sprint in quel campionato. Al ritorno fu l’opposto, vivevamo un periodo nero, Florimbi non era riuscito a dare la sferzata giusta ed il pubblico non era soddisfatto. Unica nota positiva di quella stagione fu l’avvento dei Vigorito, anche se io non ne ho tratto vantaggio. Il Sassuolo aveva individualità importanti anche se molti non erano ancora conosciuti fino alla loro definitiva consacrazione. Nessuno si aspettava il doppio salto del Benevento, forse siamo arrivati in A troppo presto non avendo alle spalle la giusta organizzazione, mentre il Sassuolo è ormai diventata una realtà consolidata. Domenica sarò allo stadio per tifare Benevento, spero cominci una serie positiva di risultati”.