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Benevento – Non sempre il calcio e le statistiche viaggiano sugli stessi binari, ma i numeri del Benevento restituiscono a chi li legge un quadro limpido della realtà. La squadra giallorossa è letteralmente crollata nelle ultime tre settimane, azzerando quelle che erano state le virtù del trimestre precedente. Tanto per rendere l’idea, nelle ultime quindici partite Montipò e compagni hanno incassato undici gol, di cui ben sei soltanto nelle ultime tre sfide. Ciò vuol dire che nei 270 minuti più recenti del campionato della Strega la media tenuta è di due gol incassati per gara, qualcosa che solo Carpi (ultimo) e Salernitana (in un momento nero ormai da tempo) sono state in grado di eguagliare. 

In questo scenario va ad inserirsi la poco invidiabile striscia di cinque gare con almeno un gol incassato. Dalla sfida con il Foggia il Benevento ha sempre preso gol, dimostrandosi incapace di rimediare a un problema che rischia a questo punto di diventare cronico nonché penalizzante. Già, perché a differenza di quanto accadeva a inizio stagione, quando a una vasta mole di gol subìti ne corrispondeva una altrettanto vasta di gol fatti, stavolta anche l’attacco risulta in crisi.

Al di là dei due rigori sbagliati da Coda nell’ultimo mese, è scarsissima la partecipazione dei centrocampisti al conto delle reti. Fatta eccezione per i tre gol di Bandinelli e per gli squilli isolati di Tello e Viola (entrambi oltre un girone fa), risulta palese che i mediani di ruolo abbiano pochi sbocchi e gli attaccanti debbano mettersi spesso in proprio per provare a gonfiare la rete, con conseguenze facilmente immaginabili sul rendimento di squadra. Due gol fatti nelle ultime tre gare (a firma di Insigne e Armenteros, entrambi nel ko con lo Spezia) che salgono a cinque nelle ultime cinque (Volta al Pescara, Coda al Pescara e al Foggia). Bottino misero per ambizioni di alta classifica.

Andando ad analizzare nello specifico la modalità delle reti subite nelle ultime cinque partite, si scopre che la metà sono attribuibili ad azioni (più o meno) manovrate, mentre il restante 50% su calcio piazzato o comunque sugli sviluppi di situazioni del genere. A Livorno due punizioni furono fatali a Montipò: la prima con la conclusione di Diamanti, la seconda con il cross perfetto del fantasista per la testa di Gonnelli pronto a colpire sul secondo palo. Già a Foggia era andata male con la bomba di Kragl a sancire l’uno a uno, mentre sabato scorso è stato Matteo Ricci ad aprire le danze con un tiro dagli undici metri nella prima frazione. Su azione i gol di Mancuso in Benevento-Pescara (con mega-regalo della difesa giallorossa), di Emmers a Cremona nell’harakiri finale, e di Okereke e Da Cruz nell’ultimo pomeriggio del Vigorito in cui i due hanno brillato e dominato, mettendo il timbro su un’affermazione esterna dei liguri comunque non omologata dal giudice sportivo. Ma questa, come si usa dire, è un’altra storia.