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Benevento- Non in uno stadio ma in un’aula magna di scuola. I giocatori del Benevento calcio incontrano gli studenti in campo “neutro”. Ghigo Gori, Massimo Coda, Luca Caldirola con Siriki Sanogo nelle doppie vesti di calciatore della strega e studente dell’Istituto Tecnico Industriale “Bosco Lucarelli”. Il tema, nell’ambito del progetto iniziato a settembre con ASL Bn 1 di educazione alla salute, “Educazione alimentare e fair play”, ma spesso si è andati off-topic, come quando da uno smaliziato studente è arrivata la domanda su quanto conta essere famosi per “cuccare con le donne”. Perchè la curiosità dei giovani varca spesso le tematiche imposte dal copione. A moderare l’incontro, la docente e giornalista Marisa Del Monaco, instancabile maratoneta nel fare la spola tra il pubblico ed i relatori giallorossi. 

Ci hanno messo un pò gli studenti a prendere confidenza con i giocatori, poi una volta bypassato quel naturale timore reverenziale, i giallorossi sono stati incalzati da domande inerenti il tema dell’evento e non solo. Vita di campo, privata, rapporto con i compagni di squadra, sogni ed obiettivi. Luca, Ghigo e Massimo si sono mostrati per quello che sono, affrontando tematiche di ogni tipo. Gori ha parlato della gioia più grande della sua esperienza sannita, il pipelet giallorosso lo ha fatto al plurale con la ciliegina sulla torta della conquista della cadetteria: “La serie A è stata un sogno incredibile, ma ci sono tanti bei ricordi. Forse l’apoteosi c’è stata con la promozione dalla C alla B”. Da portiere, Batman ha parlato delle emozioni di un ruolo molto particolare: “Parare un rigore è come un gol segnato, è un’emozione indescrivibile”.

Acclamatissimo Massimo Coda, disponibilissimo ed autoironico anche al cospetto di domande scomode: “Quando sono sul dischetto per calciare un rigore, penso al cucchiaio col Verona per trovare la concentrazione giusta. Scherzi a parte è una grande responsabilità perché la squadra si affida a te in quel momento e rappresenti tutti loro”. Anche perchè fare gol è pane quotidiano per un centravanti: “Segnare sotto la curva è un’emozione, ti dà modo di sfogarsi subito. Segnare é sempre bello, farlo sotto i tifosi ancora di più”.

Quando si parla di fair-play casualmente e col ghigno di chi la sa lungo, Gori passa il microfono al “combattente” Caldirola: “In campo poco rispetto dei valori perché viviamo in una società che ci dà già tutto. Noi calciatori, come attori protagonisti, dobbiamo essere da esempio. I valori nella vita contano e sono importanti”. Sull’accoglienza a Benevento, l’ex Werder è rimasto positivamente sorpreso: “Accolto bene, non mi aspettavo questo calore. Ho passato gli ultimi 6 anni in Germania dove il calore della gente non è lo stesso. Non mi aspettavo tutto questo seguito a Benevento, è il mio primo anno al sud. La chiamata del Benevento arrivata quasi alla chiusura, avevo la possibilità di restare in Germania ma volevo tornare in Italia. Appena mi hanno chiamato ci ho pensato 10 minuti e ho subito accettato”.

La spavalderia dei tre, promossi col massimo dei voti, e la timidezza di Siriki Sanogo: “Mi trovo bene a Benevento e a scuola con compagni e professori , sono qui per lo sport”. Ed applausi a scena aperta. Al termine dell’incontro tanti i selfie e gli autografi, sala colorata di giallorosso e cori da stadio. Esame superato, a pieni voti. Questa volta senza passare per gli spareggi… di riparazione.