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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Roberto Pierantoni, segretario generale facente funzioni della Camera di Commercio I.A.A. di Benevento. 

“Desidero rilasciare una dichiarazione a seguito dei fatti oggetto di (fantasiosa, inventata e travisante) pubblicazione ad opera dapprima di Teresa Ferragamo (articoli apparsi su SannioPAGE il 6.11.2019, il 7.11.2019 e il 9.11.2019) e subito dopo da Gabriele Corona (articoli apparsi su SannioPAGE l’8.11.2019, su Gazzetta di Benevento l’8.11.2019, su Il Vaglio.it l’8.11.2019 e su AltraBenevento il 9.11.2019), sia su quanto avvenuto dopo la Conferenza stampa (e sottolineo dopo) tenuta presso la Camera di Commercio di Benevento in data 6.11.2019, per la presentazione del Protocollo di Intesa tra la Camera di commercio di Benevento e i Comuni di Bonea e Sant’Agata dei Goti, relativo al progetto “Sannio Terra di Falanghina”, sia sulle denunciate presunte illegittimità in tema di pubblicazione degli atti camerali. Gli articoli contengono falsità storiche e fattuali, al di là dei clamorosi errori in punto di diritto (sui quali mi permetto di provare solo tenerezza) e saranno sottoposti, a mezzo di istanza di punizione, alla competente autorità giudiziaria.

Non ho partecipato ai lavori del tavolo ma solo a conferenza stampa terminata ad una foto di gruppo. Circostanza ignorata dalla Ferragamo perché la stessa non ha preso parte alla conferenza. Non sapevo chi fosse la Ferragamo, sono intervenuto per difendere non solo la struttura che mi onoro di dirigere ma la verità quando la stessa ha affermato, a torto, che la Camera di commercio non pubblica e che occorre fare accesso agli atti per conoscerli. Un battibecco, nessuna aggressione. Erano presenti molte persone tra cui diversi giornalisti. Se i due hanno detto il vero non hanno nulla da temere. Se, come so e come è vero, essi hanno sostenuto il falso per non meglio precisati fini, perseguirò fermamente il loro comportamento forte dell’unica cosa che distingue le persone oneste: la Verità.

Io non mi lascio intimidire. Qualunque sia il movente di questi comportamenti e chiunque ne sia l’ispiratore. Il diritto di cronaca e quello di critica sono sacrosanti. L’uso della comunicazione come mezzo di pressione non è invece lecito. I giornalisti professionisti conoscono i parametri della verità, della pertinenza e della continenza. Quando le affermazioni giornalistiche sono false, esse generano responsabilità. Lo ripeto perché sia chiaro. Non mi lascerò intimidire dagli autori dei suddetti articoli, forte della verità. La Magistratura è l’unico baluardo per simili situazioni.

Se la Ferragamo o Corona ritengono in buona fede che siano stati commessi illeciti mi denuncino. Dubito che lo facciano: risponderebbero oltre che della diffamazione anche del delitto di calunnia, perché ambedue sanno perfettamente come stanno le cose. Ad ogni articolo o commento contenente falsità seguirà una querela. In Italia cara Ferragamo, caro Corona, vige lo stato di diritto.

Lo sanno bene coloro i quali hanno tentato simili strade invano e di recente contro chi come il Presidente Campese o come lo scrivente osserva solo la legge e difende il diritto non subendo condizionamenti. La Magistratura ha il compito di stabilire dove sono le responsabilità.

Non i giornalisti o coloro i quali pensano di essere tali perché non agiscono secondo etica e regola d’arte travisando e strumentalizzando la comunicazione. La Ferragamo è stata legata alla Camera di Commercio in passato da una relazione professionale. Questo la pone in conflitto di interesse palese con l’Ente.

Gli articoli e i post della Ferragamo sono preordinati ed intrisi di falsità oltre che di ingiustificabili attacchi personali (non sono mai stato “licenziato”. Mi ha apostrofato come un “burocrate panciuto”, “un omone che impostava il ventre uscito fuori misura come la sua testa usciva fuori di senno, proveniente da Macerata non da Washington”). Gravissime falsità e affermazioni. Ne risponderà.

Corona mi ha dato del corrotto. Probabilmente è impazzito. Si rimangera’ simili accuse davanti a un giudice. Corrotto a chi? Ma come si permette? Ma conosce il significato del termine corruzione? Ne dubito davvero fortemente, anche avendo speso un po’ di tempo dopo il suo incredibile quanto agghiacciante intervento. Ho letto delle sue denunce e degli esiti delle sue denunce.

Ho letto dei suoi procedimenti disciplinari e delle polemiche che l’hanno costantemente vista protagonista. Al momento ancora non mi è chiaro il motivo di questo suo assurdo comportamento. Ma andrò a fondo, poiché approfondisco sempre le cose e sono certo che lo comprenderò e se si tratterà di un motivo giuridicamente rilevante lo disvelerò senza timore. Forte della verità. Caro Corona, stia sicuro, nemmeno da Lei mi lascerò intimidire.

Perché a Benevento come ovunque negli ordinamenti giuridici vivaddio esistono Giudici e non prevalgono mai le pressioni e le intimidazioni per quanto scomposte esse siano.

Piuttosto un dubbio sorge spontaneo. Pur non essendo molto avvezzo a simili vicende mi sono balzate subito agli occhi delle “inquietanti colleganze” (non saprei come meglio definirle) tra queste infamanti accuse e altri spiacevoli episodi che ho registrato subito dopo l’assunzione dell’incarico di Segretario Generale Facente Funzioni della CCIAA sannita, che attengono proprio a scomposte denunce per mancato rispetto delle disposizioni in tema di pubblicità degli atti camerali in particolare relativi a contributi e sovvenzioni per iniziative promozionali (che stranissima coincidenza!), probabilmente lecite ma non proprio rassicuranti, che meriterebbero di essere approfondite. E che sicuramente approfondirò.

Con nota a parte eserciterò il mio diritto alla rettifica delle falsità storiche e fattuali contenute negli articoli sopra menzionati, anche in merito alle gravi ed ingiustificabili inesattezze evidenziate in tema di pubblicazione di atti camerali. Questioni alterate nei contenuti e artatamente complicate per reconditi motivi che dopo ripetuti tentativi non riesco a cogliere.

Infatti le loro lacunose conoscenze del sistema che regola la complessa materia della “Trasparenza della Pubblica Amministrazione”, frutto forse del fatto che la stessa Ferragamo ha svolto solo per un periodo un’attività lavorativa presso la CCIAA sannita (troppo breve, forse, per poterla inserire nel proprio bagaglio culturale e professionale) e molto probabilmente non ben metabolizzata dal Corona (come dovrebbe in qualità di dipendente comunale), non consentono loro di percepire minimamente la fondamentale distinzione che sussiste, ontologicamente, tra “Pubblicazione dei provvedimenti amministrativi all’albo camerale on line” di cui all’articolo 32 della Legge n. 69/2009 e la nuova accezione di “Trasparenza” di cui al D.Lgs. n. 33/2013, così come novellato dal D.Lgs. n. 97/2016 (cd FOIA), intesa come conoscibilità generalizzata (che costituisce un principio e non più un’ampia eccezione).

Al razionalista del settecento Johann Martin Chladenius, autore di uno studio teorico sulla logica interpretativa, è attribuito il noto aforisma: “in claris non fit interpretatio”, ovvero “le cose evidenti non necessitano di alcuna interpretazione”.

Entrambi artatamente cercano di fornire una distorta e scorretta ricostruzione dell’intera vicenda, tentando fallacemente di interpretare i contorni storici e giuridici in misura difforme dal suo reale contenuto. Addirittura viene preso a prestito il famoso slogan ‘casa di vetro’ che oltre 110 anni fa Filippo Turati (illustre Politico, Giornalista e Politologo italiano, tra i primi e importanti leader del socialismo italiano, che, senza offendere nessuno e senza timore di smentita, posso affermare non avrebbe sicuramente gradito essere citato in questo contesto) richiamava.

Valutazioni di buon senso, oltre che di stretto diritto, pertanto, dovrebbero suggerire ad entrambi di astenersi dal gestire rapporti ed istituti dei quali sembrerebbero non possedere le necessarie cognizioni giuridiche, anche al fine di non esternare carenze e lacune che metterebbero a serio rischio non solo la Loro immagine personale, ma anche quella dell’intera Categoria dei Giornalisti o Pubblicisti a cui apparterrebbero.

“Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno” (Oscar Wilde).

Mi sia consentito, allora, fare solo una considerazione, per uscire dalla critica scontata “di predicare bene e razzolare male”: desidererei essere aiutato a capire perché (sicuramente per mia incapacità) non riesco dal sito istituzionale della “loro” Testata On line (SannioPAGE) e Associazione (AltraBenevento) anche a scorgere una sezione dedicata all’Anticorruzione e alla Trasparenza, una Sezione dedicata agli obblighi sulla Privacy (Reg. UE 2016/679), una Sezione dedicata agli obblighi imposti anche alle Testate on line dalle leggi sulla stampa, sull’editoria e sulle comunicazioni, una Sezione dedicata alle Fonti di Finanziamento o a scaricare lo Statuto, o a comprendere se è stato adottato, al pari di altre Testate e Associazioni, il codice etico o un modello di organizzazione e di gestione (compliance), ai sensi del d.lgs. n. 231/2001 (normativa sulla Prevenzione di Fenomeni corruttivi e sulla Trasparenza molto simile a quella introdotta dalla Legge Severino n. 190/2012 per le PP.AA.), sulla base delle Linee Guida redatte da Associazioni di Categoria (ad es. AIE – Associazione Italiana Editori), approvate dal Ministero di Giustizia. Così come non scorgo la comunicazione resa obbligatoria ai fini della Trasparenza dalla Legge 4 agosto 2017 n. 124 (articolo 1, comma 125). Sottolineo sin da subito che non essendomi mai occupato di Testate giornalistiche e di Associazioni mi “auto-dichiaro” incompetente”.