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Molti cittadini segnalano un’opera pubblica incompiuta che da lunghi mesi offre uno spettacolo desolante a chi si trova a passare dalle sue parti e soprattutto a chi vive e lavora nei paraggi. In viale Don Emilio Matarazzo, all’altezza dei civici 13, 14 e 15, ove insistono abitazioni, in prossimità delle grandi infrastrutture sportive come il  ‘Ciro Vigorito’, il ‘Meomartini’, il ‘PalaTedeschi’ e dove sono ubicate molte scuole (Alberghiero, Scientifico, Professionale e lo stesso Provveditorato agli studi) e la sede della Polizia Municipale, transenne, reti plastificate e cordoli rendono evidente agli occhi di tutti che un cantiere di lavoro è del tutto bloccato e l’intera area risulta abbandonata a se stessa.

Si tratta infatti del cantiere aperto dal 2015 per la ricostruzione della parte dell’argine sinistro del fiume Sabato che attraversa la città capoluogo prima di confluire nel Calore un chilometro più a valle. Il tratto, crollato anni fa, è stato quasi del tutto rifatto, ma per una sezione di poche decine di metri non sono stati completati i lavori. E’ da più di 9 anni che lungo viale Don Emilio Matarazzo si presenta con questa ferita e la vicenda è resa ancora più urticante e sconcertante per i residenti nella zona dal fatto che non pare ci sia traccia di un impegno e di un interessamento da parte delle istituzioni per superare il senso di disagio che coglie chi si imbatte in questo cantiere di lavoro disertato da lavoratori, caterpillar, escavatori e quant’altro.

I residenti segnalano, inoltre, che lungo l’argine è stata realizzata una pista ciclabile, che però si interrompe sul più bello perché in questo tratto di circa 200 metri lineari l’opera pubblica non è stata ultimata. D’altra parte è evidente che la zona transennata costituisce un pesante ostacolo per persone con problemi di mobilità che non riescono a transitare sul marciapiede dell’argine. I pedoni, costretti a non poter proseguire, sono obbligati a riversarsi sulla sede stradale con gli ovvi potenziali pericoli per la loro incolumità e per la stessa sicurezza della circolazione delle auto. La ricostruzione dell’argine risulta di competenza del Provveditorato alle opere pubbliche che dovrebbe o avrebbe dovuto coordinarsi con il Comune capoluogo: appare dunque davvero opportuno e necessario, come invocano i residenti, che questi due enti si diano da fare per chiudere finalmente questa decennale vicenda.