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Predica prudenza Luigi De Nigris, capogruppo di ‘Noi Sanniti’ a palazzo Mosti. Certo, la costituzione di un nuovo gruppo consiliare – per di più su iniziativa di tre esponenti di maggioranza, – non lo lascia indifferente, ma alla polemica a caldo, agli aut aut,  De Nigris preferisce la riflessione. Quella che auspica possa avvenire al più presto all’interno delle compagini civiche e politiche che oggi sostengono la sindacatura Mastella. “La notizia è di sabato e sino ad ora la discussione è avvenuta sui giornali. Adesso serve un confronto interno alla maggioranza, evidentemente”.

Ed è in quella sede che tutte le implicazioni – amministrative e politiche – legate all’approdo in via Annunziata del gruppo ‘Alternativa Popolare’ saranno vagliate e affrontate. Più incline all’eresia che all’ortodossia, però, De Nigris non sembra affatto spaventato dalla direzione di marcia intrapresa dai colleghi di maggioranza Antonio Puzio, Mimmo Franzese e Angela Russo. “Un elemento di criticità esiste, intendiamoci. Perché parliamo non di una formazione civica ma di un gruppo che ha un riferimento partitico chiaro, in altri ambiti collocato su posizioni diverse da quelle espresse da questa maggioranza”.

Come a dire: comprendo dubbi e scetticismo manifestati da chi soppesa i risvolti politici della vicenda. E però: “Però il faro, per quanto mi riguarda – spiega De Nigris – resta il programma di governo”. “E’ un discorso che vale per i tre consiglieri che oggi scelgono Alternativa Popolare come per gli esponenti di altri gruppi che si riconoscono all’opposizione. Se un nostro provvedimento trova il loro favore che facciamo? Rifiutiamo il sostegno? Chi vuol portare un contributo costruttivo alla risoluzione dei problemi e delle questioni in campo non può essere escluso a prescindere”.

Anche perché, sottolinea De Nigris, “a leggere i virgolettati dei tre consiglieri che hanno aderito ad Ap, non si evince la richiesta di una contropartita in cambio del sostegno alla maggioranza. Se arriveranno in seguito, uno si comporterà di conseguenza”.

Perché, dunque, – traduciamo noi – fasciarsi la testa prima, sino ad arrivare a mettere in dubbio la prosecuzione di una esperienza amministrativa nata soltanto 12 mesi fa, in forza di un consenso popolare così ampio?