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Benevento – “Un amaro, grazie” è il primo Ep che Cardo, all’anagrafe Mirko Di Fonso, giovane cantautore di San Leucio del Sannio, presenterà venerdì 1° novembre al Morgana Music Club di Benevento. La critica ha definito il primo lavoro di Cardo un EP già cult nel mondo della pop music.

Il debutto con la scuderia Futura Dischi ha segnato una svolta nel percorso artistico di Cardo. “Un amaro, grazie” raccoglie cinque tracce che uniscono le sonorità vintage dei primi anni ’90 italiani con il sound delle produzioni contemporanee. Brani come Lascia Stare o Radiosveglia sono già entrati nelle playlist di Spotify, accedendo di fatto i riflettori sul nuovo progetto dell’artista sannita.

L’atmosfera che contraddistingue le canzoni di Cardo ricordano i primi dischi irriverenti, ironici e leggeri di Vasco Rossi, a cui indubbiamente il nostro cantautore trae ispirazione. Anteprima24 ha incontrato Mirko ad un bancone di un bar della provincia all’ombra della dormiente.

1) Cosa è cambiato per te trasformarti da membro di una band a cantante solista?

“Sicuramente ora ho più lavoro e cose da fare perché prima era diviso con i compagni di band. Dal punto di vista artistico è cambiato tanto dato che ora lavoro come un cantautore. Questo mi ha permesso di confrontarmi maggiormente e personalmente con le canzoni e la scrittura. Su questo punto mi sento cresciuto molto”.

2) Nel tuo ep “Un amaro, grazie” troviamo tantissime influenze della musica italiana anni ’90, in particolare Vasco Rossi. Quali sono le altre tue fonti di ispirazione?

“Mi ispiro a tutto il cantautorato dei primi anni ‘90 e soprattutto ad artisti come Luca Carboni, Rino Gaetano, Gianluca Grignani e Vasco. Queste sono le ispirazioni italiane ma ho anche riferimenti inglesi e americani. Ad ogni modo tutti gli artisti hanno avuto delle fonti d’ispirazioni. L’importante è metterci tanto del tuo sia a livello di testi che nella composizione. Bisogna avere un proprio marchio di fabbrica, un proprio timbro che si può raggiungere soltanto con il tempo e la ricerca.

3) Nel brano “Dammi da bere” la frase “un amaro, grazie” è diventato già uno slogan tra i tuoi fans. Dove nasce l’idea?

“Nasce direttamente davanti al bancone del bar dopo diversi amari”.

4) Da” Portami al mare” a “Lascia Stare” il sound delle tue canzoni ha virato verso altre sonorità. Cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo prossimo lavoro in studio?

“Possiamo dire che “Portami al mare” era un pezzo più sognante rispetto agli ultimi usciti di matrice più rock ma credo che la direzione sia sempre la stessa. Certo che non potevo fare un disco di sole ballad e pezzi sognanti. Dipende da quello che hai da dire. Per un pezzo come “Dammi da bere” sarebbe stato incoerente una sonorità simile a quella di “Portami al mare”, più romantico e sognante. La musica già di per sé dice qualcosa. Sto già lavorando al prossimo disco, in realtà sono in fase di registrazione quindi già a buon punto. Il mondo è simile e credo che questa volta siamo ancora più a fuoco, abbiamo pezzi sognanti e pezzi che fanno ballare, ballare e sognare. C’è molto amore, ma anche tanta vita e pazzia. Si oscilla sempre tra la nostalgia, il sogno e la voglia di ballare e lasciarsi andare.

5) Ogni tua canzone è una fotografia scattata negli anni ’90. Perché un cantautore dovrebbe guardare indietro e non avanti?

“Mi ispiro a quegli anni però mantenendo lo sguardo fisso sul presente. Nei miei pezzi non mancano elementi che si utilizzano nelle produzioni contemporanee. La chiave è quella, una sguardo sul passato per vedere cosa hanno fatto i grandi e uno sguardo al futuro per vedere cosa puoi fare tu, come evolvere e rendere personale un particolare stile e modo di fare musica. È un errore guardare solo indietro ma anche guardare solo avanti. Un artista deve fare entrambe le cose ed è chiaro che se c’è l’intenzione di ispirarsi ad uno stile che ha fortemente connotato un’epoca deve farlo attualizzando e guardando al futuro. Fare un pezzo che suona esattamente come 30 anni fa non ha senso. Fare un pezzo che suona contemporaneo e che ti ricorda una precisa epoca passata e allo stesso tempo ti proietta nei giorni nostri ha senso.

6) Il tuo tour inizia proprio a Benevento. Cosa dobbiamo aspettarci nei tuoi live e quali sono le prossime date?

“I live saranno intimi e irriverenti allo stesso tempo. Come il disco alternano momenti sognanti a momenti in cui bisogna lasciarsi andare e ballare. Sicuramente fino alla primavera girerò in formazione ristretta ma comunque esplosiva. A volte non conta in quanti si è sul palco. Ho fatto live chitarra elettrica e voce arrivando allo stesso modo. Conta l’attitudine e con quale testa sali sul palco. Le date sono in aggiornamento e di volta in volta comunicherò le prossime”.

Giuseppe Di Martino