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Caro Sindaco Mastella,

sono una giovane della sua città e questa che le sto per scrivere è una lettera a cuore aperto, che non vuole sapere di critica né di politica, ma esclusivamente di comprensione e ascolto da parte di chi, come me, potrebbe essere sua nipote.

Ebbene, una volta — fino a non molto tempo fa, signor Sindaco — chi veniva definito coraggioso era colui che imbracciava le proprie valigie e partiva verso un altrove, italiano o straniero, per cercare fortuna. Oggi, invece, mi sento con assoluta certezza di dirle che il vero coraggioso è chi decide di restare.

L’Italia, ma soprattutto il Sud, si è trasformata in una terra arida di possibilità, povera di crescita, dove persino i sogni fanno fatica a restare.  E le persone qualificate — più o meno — devono fare i conti con un pesante bilancio tra la voglia di vedere realizzati i propri sogni, per i quali tanto si è faticato, e quella di realizzarli nella propria terra, dove a faticare per noi, prima di tutto, sono stati i nostri genitori.

Io — e non glielo dico con presunzione, ma solo per senso di cronaca — con una laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, un master in Ricerca Clinica e una specializzazione in Farmacologia Clinica, altrove vivrei un’altra vita. Eppure ho deciso di restare, per legame alla famiglia, sì, ma anche per amore della mia terra.
Ed è qui che entra in gioco il suo ruolo.

Quanto ancora deve subire chi sceglie di restare?

Subire, oltre alla mancanza di posti di lavoro soddisfacenti, anche quella di servizi e infrastrutture adeguate?

Io lavoro al Pascale di Napoli come ricercatrice e, ogni giorno, sono costretta a svegliarmi alle 5:00, percorrere 100 km in più di due ore con la macchina — tra traffico e ogni condizione meteorologica, in andata e altrettanti al ritorno. Perché?

Non trova che, in un Paese civile, nel 2025, non avere un servizio ferroviario efficiente che colleghi due città così vicine (come accade con tutte le città limitrofe alle metropoli, ad esempio Pavia-Milano) sia una gravissima vergogna?

Gli unici mezzi di trasporto disponibili o hanno orari non compatibili con quelli lavorativi di chi deve raggiungere le zone alte di Napoli, oppure tempi di percorrenza irragionevoli per chi deve fare quella tratta ogni giorno.

E allora, per qualcuno, la soluzione diventa prendere in affitto una stanza.

Ma a Lei sembra normale spendere gran parte dello stipendio per una stanza in una città a due passi dalla propria?

Non pensa che, a questo punto, valga più la pena trasferirsi in una città che offra maggiori opportunità di Napoli?

E qui la prego, signor Sindaco: non mi risponda con frasi come “si è sempre fatto così” o “lo fanno in tanti”, perché il vero sviluppo non si misura in quanti e da quanto tempo sopportano una condizione spiacevole, ma in quanti possono finalmente non doverlo più fare.

La prego, dunque, di impegnarsi attivamente nel monitoraggio dei lavori dell’Alta Velocità, che continuano a subire ritardi e posticipazioni.

È suo dovere preoccuparsi delle centinaia di persone che da Benevento compiono ogni giorno enormi sacrifici per andare a lavorare altrove.

Ci renda migliore il coraggio di vivere al Sud.
Ci ripaghi con il suo impegno del coraggio di restare a Benevento.

Ci aiuti a far rinascere la nostra piccola realtà.

Con affetto,
una giovane innamorata della sua città.