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Pontelandolfo (Bn) – Sono passati 158 anni ma il ricordo e la memoria storica di quell’immondo eccidio dell’esercito piemontese rivive ancora nei comuni di Pontelandolfo e Casalduni. Oggi 14 agosto 2019, alle ore 18:30, verrà celebrata la Santa Messa nella Chiesa del SS. Salvatore di Pontelandolfo, per onorare le centinaia di vittime di quella strage per troppi anni dimenticata. Al termine del rito religioso verrà depositata una corona di allora al monumento dedicato a tutte le vittime dell’eccidio. Stamane anche il sindaco di Casalduni, Pasquale Iacovella, si è recato al monumento dove sventolano l’una accanto all’altra il Tricolore e la bandiera del Regno delle Due Sicilie.

Ad inizio dell’agosto 1861 Pontelandolfo e Casalduni erano passate, con spargimento di sangue, nelle mani dei “briganti” o, comunque, erano state sottratte al controllo governativo piemontese. Un reparto di circa 40 soldati era stato pertanto inviato in zona; fu bloccato e disarmato a Casalduni; tutti i soldati, tranne uno che riuscì a scappare, furono uccisi. Non appena informato dell’accaduto, il comandante delle truppe italiane, il generale Cialdini, decise un’immediata rappresaglia e ne affidò l’incarico attuativo al generale De Sonnaz, tristemente noto, per la ferocia delle sue campagne, come Requiescat; la colonna, di diverse centinaia di bersaglieri, inviata su Pontelandolfo era, in particolare, guidata, come si è appreso solo in questi ultimi anni, da un ufficiale di Vicenza, il colonnello Negri. Questi raggiunse Pontelandolfo e scatenò letteralmente l’inferno. Non fu fatta alcuna selezione di cose e persone riconducibili o meno ai “briganti”; i militari misero letteralmente a ferro e fuoco l’intera cittadina; tutte le case furono bruciate e, la povera gente, man mano che scappava dagli edifici in fiamme, venne fatta oggetto di tiro al bersaglio da parte dei soldati.

Il dubbio resta sul numero delle vittime, le cifre sono “ballerine“: furono assassinate tra le 160 e le 1000 persone, secondo alcuni anche di più, secondo altri molti di meno, solo 13.

Casalduni fu più fortunata, in quanto i suoi abitanti riuscirono a mettersi in salvo avendo saputo dei fatti di Pontelandolfo. La cittadina, invece, fu anch’essa totalmente distrutta. 
A conferma della gravità degli eventi, nell’ambito delle manifestazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Giuliano Amato, presidente del Comitato dei Garanti delle Celebrazioni, dichiarò agli abitanti di Pontelandolfo:
A nome del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, vi chiedo scusa per quanto qui è successo e che è stato relegato ai margini dei libri di storia“. 

Il Sindaco di Pontelandolfo, Gianfranco Rinaldi, ha ricordato anche il bellissimo gesto simbolico dell’allora primo cittadino di Vicenza, Achille Variati, che nel 2016 ha dedicato una piazza cittadina al comune sannita martire d’Italia, per scusarsi della strage commessa dal suo antico concittadino Generale Pier Eleonoro Negri:

“In questi anni nei quali abbiamo perseguito la riabilitazione pubblica di Pontelandolfo – conclude il sindaco Rinaldi – non ci ha mosso uno spirito di rivalsa, ma la volontà di non far cadere nell’oblio la nostra vicenda. Nessuno può guardare avanti se non ha il coraggio di affrontare e convivere con gli eventi dolorosi del suo passato. Pontelandolfo sarà per sempre riconoscente a Vicenza per aver voluto condividere il nostro dolore”.