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Tanto Sannio ieri a Napoli per Matteo Salvini. Il leader della Lega, terminati gli appuntamenti da programma, si è fermato a cena con i dirigenti campani del Carroccio a Villa Domi, dimora settecentesca situata su una delle colline che affacciano sul golfo partenopeo. Presenti, ovviamente, i vertici del partito sannita e i suoi rappresentanti istituzionali e dunque Luca Ricciardi, Pina Pedà e Lucio Mucciacciaro. Ma ai tavoli, come da foto, hanno trovato posto anche i riferimenti della componente che da oltre un anno, ormai, si oppone alla leadership di Ricciardi. C’erano, tra gli altri, i sindaci Mauro De Ieso (Pago Veiano) e Francesco Maria Rubano (Puglianello) e il consigliere provinciale (e vicesindaco di Ceppaloni) Claudio Cataudo. A sponsorizzare la loro presenza la deputata di Afragola Pina Castiello e l’ex rettore dell’Università di Fisciano Aurelio Tommasetti. 

Il gruppo, fin qui messo ai margini nelle scelte degli organismi dirigenti, si aspetta ora un riconoscimento politico importante: l’obiettivo è una candidatura alle prossime regionali e in tal caso il nome sarebbe proprio quello di Cataudo.

Ma la loro vicinanza ‘fisica’ a Salvini non è passata inosservata anche per un altro motivo. Fatta eccezione per De Ieso (provenienza Alternativa Popolare di Alfano), con Cataudo e Rubano parliamo di due amministratori cresciuti (e non da comprimari) nel mondo Udeur. Curiosamente, quindi, proprio nelle stesse ore in cui chiudeva ogni porta a una possibile collaborazione con Clemente Mastella, Salvini si è ritrovato in casa, per cena, due espressioni dell’esperienza politica mastelliana. Tra l’altro, se Rubano ha reciso il suo cordone ombelicale in tempi non sospetti, Cataudo siede ancora in Consiglio Provinciale proprio grazie ai voti conquistati neanche un anno fa nella lista “Noi Sanniti con Mastella”.

Ma a Salvini, evidentemente, dà fastidio l’albero. I suoi frutti no.