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Cerreto Sannita (Bn) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di dimissioni da consigliere comunale di opposizione del capogruppo di “Cerreto Riparte”, Antonello Santagata. Di seguito il testo: 

Non riesco ad assistere impassibile al costante declino del mio paese, molto vicino al punto di non ritorno.

Dal ruolo di oppositore, purtroppo, posso fare ben poco rispetto a quanto mi ero ripromesso. D’altronde è impossibile collaborare con chi afferma a parole di volerlo fare ma nei fatti fa la cosa opposta: nasconde i documenti all’opposizione (acqua probabilmente inquinata, andamento dei lavori della scuola media, sul pasticcio delle bollette dell’acqua “salata”), tanto da ricevere, con grande vergogna e per la prima volta nella storia del paese, una nota di biasimo dal sig. Prefetto. Nasconde imbarazzato alla gente la reintroduzione dell’appannaggio per gli amministratori, legittimo ma inopportuno in un momento di grossa difficoltà economica per i cittadini.

È incredibile come è doloroso vedere Cerreto incapace di cogliere le risorse dei fondi del PNRR rispetto alle comunità viciniori che con impegno e competenza intercettano finanziamenti per il loro rilancio. Nonostante sin dall’inizio della consiliatura avessimo offerto la nostra collaborazione su quest’ultimo tema per il bene comune. Il risultato è stato identico alle tante proposte formulate dalla minoranza: parole al vento.

Come sembrano lontani i tempi in cui Cerreto primeggiava nella Valle non solo per l’autorevolezza derivatale dall’alto tasso di cultura espresso dal paese ma anche come propositrice di idee e visioni che l’avevano resa, fino a pochi anni addietro, la guida condivisa dell’intero circondario.

Non vi addosso certo la responsabilità dello spopolamento del meridione d’Italia e di Cerreto ma se, con le risorse destinate a combattere questo problema, riuscite solo a pensare alla ristrutturazione dei Casoni della Parata questo ci dà la dimensione di quanta lungimiranza, praticità e progettualità manchi alla vostra capacità amministrativa.

Non siete voi la soluzione per questo paese.

Anche se tra voi vi sono alcune belle e giovani menti che potrebbero contribuire a una gestione dinamica di Cerreto ma alle quali non fate toccare palla, non prendono parte alle vere decisioni, al più relegate a funzioni di rappresentanza come vostra espressione conveniente. Così la conduzione amministrativa resta nelle mani della vecchia politica miope e di bottega, fatta di piccoli clientelismi, senza visione per il futuro, senza progetti e, dunque, senza speranza. Avete costituito un cartello elettorale utile a vincere le elezioni ma non siete riusciti a fondere le diverse sensibilità presenti nel vostro stesso schieramento né tanto meno nel paese. Il risultato, come è sensazione di sempre più cittadini, è che vivete alla giornata per tirare a campare, e con voi Cerreto.

Ricordo le parole di papa Francesco nell’Angelus di domenica 15 gennaio: “Bisogna imparare a farsi da parte al momento opportuno”. E cito la premier neozelandese Jacinda Ardern nel suo discorso di addio del 18 gennaio: “Me ne vado perché da una posizione privilegiata deriva la grande responsabilità di sapere quando si è la persona giusta per guidare e anche quando non lo si è”.

Sindaco Parente è ora di assumersi una responsabilità storica, è ora di lasciare quella sedia a cui ha tanto tenuto. Faccia come ha fatto l’onorevole Barbieri e come adesso faccio io. Dia spazio ai più giovani, a quelli che vogliono investire nel loro paese; a quelli che credono in uno sviluppo vero di Cerreto per sé e i propri figli; a quelli che, fosse solo per questioni anagrafiche, rispetto a lei possono progettare a lungo, anche a venti-trenta anni; a quelli che possono ancora dare prospettive al paese.

Se pure risorsa siete stati, siete ormai una risorsa esaurita.

Vi ci ha messo il popolo è vero, ma il consenso della gente non è una cambiale in bianco valida per sempre, bisogna dimostrare di esserselo meritato il consenso popolare, giorno per giorno. Deve essere uno stimolo a lavorare con più solerzia e abnegazione non un premio da godere passivamente. Bisogna fornire risultati efficaci, concreti e rapidi piuttosto che adagiarsi sugli allori della vittoria elettorale gestendo a mala pena l’ordinario. Continuando, invece, in questa direzione prevedo che quella stessa gente che vi ci ha messo, disperata, vi caccerà.

Quanti già delusi da voi si lamentano con noi. Ma noi non rispondiamo “ben vi sta”, bensì diciamo “lavoriamo insieme” per la prossima volta coinvolgendo i migliori elementi che tutto il paese offre.

Il mio gesto è anche un atto simbolico e di protesta, oltre che, ci spero poco, di esempio per voi.

Mi dimetto da consigliere comunale.

Formulo i miei migliori auguri all’avvocato Giuseppe D’Agostino che mi subentrerà per sedere tra questi nobili scranni. Un giovane professionista che rappresenta l’esempio di quella nuova e capace classe dirigente di cui Cerreto ha bisogno.

I cerretesi ora devono essere uniti, non è più il caso di dividersi in fazioni, insieme le migliori giovani forze disponibili, con il supporto di qualcuno più esperto, devono collaborare per la guida e per la rinascita del paese. Ora o mai più. Ora o sarà troppo tardi.

Assicuro i miei elettori e quelli della nostra lista che per quanto mi riguarda continuerò a dare il contributo per la maggior gloria del nostro paese come sinora ho fatto. Le mie attività per la promozione e valorizzazione del territorio e di Cerreto, anche al di fuori dei confini regionali, sono note a tutti.

Cerreto può risorgere, la nostra storia ci ricorda che i cerretesi sono stati capaci di miracoli. Uniti, determinati e ben guidati, si sono risollevati con le proprie forze da una immane catastrofe.

Quindi io non dispero delle capacità dei cerretesi di riprendersi ma delle capacità di coloro che questa volta hanno scelto per portarli alla rinascita.

Pertanto ascoltate il mio appello, credo che a modo vostro amiate Cerreto, ma se lo amate veramente facciamo in modo da ridargli una squadra vitale che possa lavorare con forza per condurla fuori dalle secche della crisi e dello scoraggiamento, che possa ridare ai nostri concittadini, in particolare alla nostra gioventù, fiducia e speranza per il futuro.