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A Benevento, nel quartiere di Via Pietà, la comunità locale è in fermento per il progetto di Rete Ferroviaria Italiana di chiudere il passaggio a livello sulla tratta Benevento-Avellino, un intervento che molti residenti considerano un duro colpo alla vita quotidiana del quartiere. Si percepisce una diffusa preoccupazione per la possibile trasformazione di Via Pietà in un vicolo cieco, con il tratto verso Via Fontanelle isolato, rendendo gli spostamenti molto più complicati. Il piano di RFI, previsto nell’ambito di un programma nazionale per eliminare i passaggi a livello secondo normative degli anni ’80 e ’90, propone un sottovia carrabile vicino a Via dei Mulini, a circa 600 metri di distanza, ma per i residenti questa soluzione appare inadeguata, lontana com’è dal garantire un collegamento diretto tra i due lati di Via Pietà. Si teme che il progetto sia stato concepito più per rispettare obblighi normativi che per rispondere alle reali esigenze della zona. La nuova strada urbana prevista accanto alla ferrovia, larga undici metri, dovrebbe sorgere su una stradina in disuso di appena due metri, incastrata tra i binari e il centro commerciale, sollevando dubbi sulla sua fattibilità senza interventi massicci attualmente non contemplati nei piani.

La trasformazione di Via Pietà in un quartiere universitario, grazie alla vicinanza alle sedi dell’università, a circa 500 metri, rende la chiusura del passaggio a livello ancora più preoccupante. I proprietari immobiliari temono una perdita di valore delle loro case, con una zona che potrebbe diventare meno attrattiva per gli studenti, penalizzando il mercato degli affitti. La sicurezza è un altro nodo cruciale: un vicolo cieco impedirebbe un accesso rapido ai mezzi di emergenza, come ambulanze o vigili del fuoco, mettendo a rischio i residenti in caso di necessità. Non meno importante è l’impatto sociale, con il timore che la separazione di Via Pietà in due tronconi possa spezzare i legami quotidiani tra famiglie e vicini, minando la coesione di una comunità che si sente fortemente unita. A esacerbare il malcontento è la percezione di essere stati esclusi dalle decisioni: né RFI né il Comune hanno coinvolto la cittadinanza, che ha appreso del progetto solo per caso, in una fase già avanzata, senza possibilità di confronto.

Il malcontento è acuito dal confronto con quanto accaduto a Via Valfortore, dove l’interessamento dell’Amministrazione Comunale ha portato alla sospensione della soppressione di un altro passaggio a livello, permettendo di tutelare le esigenze delle imprese e dei residenti, trovando soluzioni alternative per evitare l’isolamento della zona e i danni al tessuto produttivo. Questo precedente fa sentire gli abitanti di Via Pietà cittadini di serie B, convinti che un simile impegno politico potrebbe salvare anche il loro passaggio a livello, preservando la vitalità del quartiere.

La comunità non si oppone a misure per migliorare la sicurezza, ma chiede alternative, come barriere più avanzate o sistemi tecnologici che garantiscano la protezione senza sacrificare il passaggio a livello. La richiesta unanime è chiara: un ripensamento del progetto e un dialogo aperto per trovare soluzioni che rispettino le esigenze di chi vive a Via Pietà, un quartiere in crescita che non vuole essere penalizzato da un intervento che sembra lontano dalla realtà quotidiana dei suoi abitanti.