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Ci sono il sindaco Clemente Mastella ed il direttore artistico Renato Giordano ad accogliere Paolo Ascierto, ospite della terza serata di Città Spettacolo in piazza Federico Torre. “Con Ascierto la Campania è diventata eccellenza mondiale trattata da giornali stranieri nel settore medico – ha dichiarato Mastella.  Una tradizione importante quella della medicina italiana, dal Pascale, allo Spallanzani, al Sacco di milano. Oggi ci sono ancora i giovani che contraggono il coronavirus, il vaccino è l’unica speranza. Dobbiamo vincere la battaglia con il vaccino, se serve con la terza dose. Questa sera il dottore Ascierto merita la scena, avremo altri professori nei prossimi giorni che potranno chiarire tanti dubbi”. 

“La notorietà mi frastorna – ha esordito Ascierto –  io sono abituato a fare il medico. Nei successi medici, il gioco di squadra fa la differenza, se non ci fosse stato il brainstorming con i collaboratori non staremo a parlare dei grandi risultati. Il fatto di non essere profeta in patria non mi ha infastidito, era un periodo storico particolare con la sanità al collasso e lo scetticismo regnava sovrano. Noi abbiamo sempre creduto in quello che stavamo facendo, eravamo fiduciosi perchè vedevamo l’evidenza dei fatti, sapevamo che molti avrebbero storto il naso”.

Sul vaccino e la terza dose, Ascierto non ha dubbi: “Ci sarà bisogno di una nuova iniezione, tutti i vaccini richiedono un richiamo. Questo è un virus che muta ma non sappiamo ancora come, il vaccino è ancora giovane, quindi abbiamo bisogno di tempo. La terza dose andrà fatta alle categorie deboli e ai sanitari, ma i dati potrebbero far cambiare la tempistica di somministrazione”.

Ascierto ha poi ricordato la sua infanzia e il rapporto col Sannio: “Sono molto cattolico ma ho la determinazione di un sannita. Sono nato a Solopaca, mia madre è solopachese, mio padre di Sant’Agata de’ Goti. Il Sannio per me è un ricordo di infanzia bellissimo, con i miei nonni e la loro vigna, la Falanghina ed un progetto futuro con vitivinicolo con mio fratello. Queste sono le vere eccellenze di questa terra, andrebbe promosso come tanti altri prodotti di questa terra”. 

E poi, la passione per i colori bianconeri: “Mi crea diversi problemi tifare Juventus a Napoli. Ho ereditato la passione del calcio da mio padre, che però tifava Inter, innamorato di Jair. Io diventai juventino il giorno in cui i bianconeri persero 1 a 0 a Catanzaro. Da quel giorno la Juventus sembrava la squadra debole e iniziai a tifare per quei colori”.

La raccomandazione finale di Ascierto: “L’invito è guardare all’anno scorso, quell’agosto scellerato aveva fatto danni. Ora abbiamo l’arma del vaccino, sono convinto che per la primavera del 2022 saremo fuori dalla pandemia”.