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Benevento – L’estate beneventana, da sempre, è stata contraddistinta da eventi che hanno interessato le varie zone del capoluogo e il tutto tra difficoltà organizzative sia per chi crea lo spettacolo che per chi lo deve “subire”. Tra feste di quartiere, festival e rassegne, Benevento tenta di rialzare la testa e diventare attrattiva ma, per riuscire nell’intento, serve che ci si venga incontro. Le polemiche sorte con i cittadini del centro storico con Città Spettacolo, lasciano sempre il gusto del “chi ce lo fa fare” che si fissa nella testa di chi, invece, cerca di fare da calamita per tante persone e rivitalizzare un posto che ha bisogno di prendere vita. In fondo servirebbe pazienza da una parte ed equilibrio dall’altra, venirsi incontro per cercare di vivere la città. In manifestazioni grandi, alla fine, è il salotto buono della città che si prende in carico il compito di fare da cartolina per la città di Benevento.

Le posizioni restano contrapposte, o meglio se da una parte si chiede comprensione e pazienza tendendo una mano, dall’altra, invece, si resta un po’ più bloccati, forse perchè l’iniziale invito “ad emigrare in altri quartieri durante il festival” non è piaciuto a chi il centro storico lo vive da anni.

“L’uscita di Renato Giordano – così inizia Gennaro Del Pianosi commenta da sola. Vorrei vedere come la prenderebbero se andassero sotto casa loro a fare casino fino a notte fonda, ma il problema non è il caso isolato della sola Città Spettacolo. Viviamo in un quartiere martoriato da sempre. E la nostra lamentela non è legata allo spettacolo teatrale ma a eventi collaterali, i dj set, che non hanno nulla a che vedere con la rassegna e che vengono messe a corollario nei giorni feriali. Ci sono zone della città che reclamano centralità durante queste manifestazioni e allora che i dj set li facciano in altra parte. Noi andiamo a lavorare e non è il caso di avere spettacoli del genere con musica alta fino a notte fonda. E’ una questione di buon senso e buona educazione”.

E sull’abbandonare le proprie abitazioni la questione si fa ancora più accesa.

E’ una stupidaggine dire che dobbiamo spostarci, già il valore delle nostre case si è dimezzato. Ci siamo impegnati a ristrutturare per migliorare il quartiere e senza di noi sarebbe un degrado totale. Se vogliono dare una nuova immagine alla città, allora buttiamo giù l’arco di Traiano e facciamone un parcheggio, creiamo un luna park. Questo lo vogliamo evitare. Già dobbiamo presidiare una zona desertificata, poi ci sono anche situazioni come questa che sono difficili da tollerare. C’è amarezza, in nessuna parte esiste una cosa come quella che stanno facendo a Benevento“.

Una posizione netta da parte dei rappresentanti del Centro Storico, la mano, però, la tende Renato Giordano, direttore artistico di Città Spettacolo, che chiede pazienza e comprensione.

Non mi va di pensare che Benevento non sia città per questo tipo di manifestazioni, anzi dobbiamo attirare giovani e paesi limitrofi. Parliamo di una manifestazione che dura solo sette giorni. Certo se gli abitanti della zona hanno disagi, mi dispiace. E’ come quando invitano un ospite a casa, ovvio che lo portino nel salotto, nella parte migliore dell’appartamento. Così è per Città Spettacolo, è normale che gli ospiti d’onore si trovino nel fiore all’occhiello dell’intero capoluogo e capisco che che gli abitanti debbano “subire” queste situazioni, ma i residenti devono capire che gli artisti sono interessati al centro della città e allo stesso tempo che allontanarci sarebbe un danno per i tanti negozi che potrebbero ricavarne un indotto importante. Per questo chiedo pazienza e comprensione, come ce l’hanno anche gli abitanti di altri quartieri che hanno feste, ovviamente chiedo anche scusa per i disagi“.

Ciò che, invece, non ama sentire Renato Giordano è parlare dei dj set stereotipando l’evento.

Quella tra la musica rap e i giovani che creano disagi è un’associazione troppo facile da fare, scontata ma non veritiera. Non è vero che i nostri giovani sono scapestrati, chi ha intenzioni sinistre le ha sempre e non solo in determinati momenti. I giovani sono responsabili e attenti e devo dire che in tutte le manifestazioni di cui sono stato direttore artistico non ho mai avuto questo tipo di problema e lo stesso sarà anche quest’anno. Penso che alla fine si divertiranno tutti sia che si ascolti Loredana Bertè che i Mugiwara Clique. Anzi abbiamo anticipato l’inizio per non farli a notte fonda, ma soprattutto c’è già l’ordinanza sindacale che prevede la conclusione obbligatoria alle 2. Insomma, su 365 giorni l’anno, sette giorni non credo che siano così deleteri per la città e per il centro storico, penso che si possa chiudere un occhio e tendersi una mano“.