Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dei consiglieri comunali di opposizione Giovanna Megna, Francesco Farese, Vincenzo Sguera, Luigi Diego Perifano, Angelo Miceli, Floriana Fioretti, Giovanni De Lorenzo, Maria Letizia Varricchio, Raffaele De Longis.
“La decisione di collocare i grandi concerti di Città Spettacolo in piazza Cardinal Pacca, imponendo la chiusura anticipata ad alcune attività commerciali, limitazioni alla viabilità e disagi nei parcheggi, rappresenta un colpo durissimo per la vivibilità del centro cittadino e per le imprese che già subiscono le conseguenze della desertificazione commerciale. Non possiamo non sottolineare come tale scelta – presentata come “valorizzazione” del centro – finisca in realtà per aggravare i problemi esistenti: negozi costretti a chiudere, clienti scoraggiati da barriere e controlli, residenti impossibilitati a muoversi liberamente. Tutto questo mentre gli operatori economici cercano con fatica di mantenere viva una Città che soffre già pesanti criticità strutturali.
È inaccettabile continuare con la litania dei “sacrifici da sopportare”. Questa cosiddetta “rivoluzione logistica” non è il frutto di una scelta strategica, ma la diretta conseguenza del grave ritardo del cantiere di piazza Risorgimento, che – secondo i soliti proclami puntualmente smentiti dai fatti – sarebbe dovuto essere completato proprio in tempo per la kermesse di fine agosto. Ancora una volta saranno cittadini e commercianti a pagare le conseguenze dell’evidente inadeguatezza di chi amministra.
Va inoltre rimarcato come la stessa visione, ossia quella di destinare le piazze del centro a ospitare i grandi concerti, abbia pesato non poco nelle scelte di restyling di una delle principali piazze della Città, quale è Piazza Risorgimento. Una visione discutibile che continua a ignorare la necessità di un equilibrio tra esigenze culturali, vivibilità e sostegno al tessuto economico locale. Le piazze, per essere davvero vivibili e attrattive oggi, vanno ripensate come luoghi di aggregazione quotidiana, più verdi e accoglienti.
In una Città che non vuole arrendersi ad invecchiare, si sarebbe potuto pensare alle famiglie e ai bambini con aree attrezzate, ad immaginare ampie zone a verde, considerando il clima sempre più torrido. E invece, nonostante il ritardo, si intravede già l’intenzione di uno spazio sacrificato a palcoscenico occasionale.
Spostare eventi di grande impatto in aree più idonee e meno invasive non significherebbe “deportare” la cultura, ma al contrario garantire una gestione equilibrata che salvaguardi sia la dimensione artistica sia quella sociale ed economica. Invece, si preferisce perseverare in un’impostazione che appare oggi miope e incapace di cogliere la necessità di sostenere davvero il centro storico.
L’intrattenimento non può e non deve trasformarsi in motivo di esclusione per chi vive e lavora ogni giorno nel cuore della città. È doveroso ripensare queste scelte per restituire centralità ai cittadini e a una vivibilità che non può essere sacrificata sull’altare di due serate di spettacolo”.
È inaccettabile continuare con la litania dei “sacrifici da sopportare”. Questa cosiddetta “rivoluzione logistica” non è il frutto di una scelta strategica, ma la diretta conseguenza del grave ritardo del cantiere di piazza Risorgimento, che – secondo i soliti proclami puntualmente smentiti dai fatti – sarebbe dovuto essere completato proprio in tempo per la kermesse di fine agosto. Ancora una volta saranno cittadini e commercianti a pagare le conseguenze dell’evidente inadeguatezza di chi amministra.
Va inoltre rimarcato come la stessa visione, ossia quella di destinare le piazze del centro a ospitare i grandi concerti, abbia pesato non poco nelle scelte di restyling di una delle principali piazze della Città, quale è Piazza Risorgimento. Una visione discutibile che continua a ignorare la necessità di un equilibrio tra esigenze culturali, vivibilità e sostegno al tessuto economico locale. Le piazze, per essere davvero vivibili e attrattive oggi, vanno ripensate come luoghi di aggregazione quotidiana, più verdi e accoglienti.
In una Città che non vuole arrendersi ad invecchiare, si sarebbe potuto pensare alle famiglie e ai bambini con aree attrezzate, ad immaginare ampie zone a verde, considerando il clima sempre più torrido. E invece, nonostante il ritardo, si intravede già l’intenzione di uno spazio sacrificato a palcoscenico occasionale.
Spostare eventi di grande impatto in aree più idonee e meno invasive non significherebbe “deportare” la cultura, ma al contrario garantire una gestione equilibrata che salvaguardi sia la dimensione artistica sia quella sociale ed economica. Invece, si preferisce perseverare in un’impostazione che appare oggi miope e incapace di cogliere la necessità di sostenere davvero il centro storico.
L’intrattenimento non può e non deve trasformarsi in motivo di esclusione per chi vive e lavora ogni giorno nel cuore della città. È doveroso ripensare queste scelte per restituire centralità ai cittadini e a una vivibilità che non può essere sacrificata sull’altare di due serate di spettacolo”.