“Premesso che con la Caritas diocesana permangono rapporti di proficua collaborazione istituzionale finalizzati al contrasto alle emergenze abitative e alle diverse forme di indigenza e che si traducono in partnership in corso su importanti progetti Pnrr ed evidenziando come l’Amministrazione comunale e le strutture tecniche che ne attuano l’indirizzo considerino preziosa l’opera che la Caritas svolge per il contrasto alle povertà, desta stupore il clamore mediatico, non privo di forme a latere di speculazione politica, attorno ad un’opera prevista, largamente programmata e che addirittura era stata sollecitata, a mezzo di interlocuzioni informali non più tardi di fine giugno: i lavori alla Cittadella di San Pasquale (LEGGI QUI) erano arcinoti nei modi e nei tempi, anticipati da decine di sopralluoghi: questo per amore del vero”, lo spiega in una nota il coordinatore dell’Ambito sociale B1 Gennaro Santamaria.
“Si specifica che nessuno resterà senza casa nè la Caritas, né gli utenti precedentemente ospitati nel dormitorio gestito dalla stessa Caritas. Per quanto riguarda quest’ultimi, essi sono stai allocati presso la struttura del CAN (Centro di Accoglienza Notturna) sempre del Comune di Benevento e gestito dalla Protezione Civile. Si specifica altresì che la Caritas, a completamento degli interventi di ristrutturazione e adeguamento finanziati con i fondi del Pnrr, resterà nei locali che attualmente occupa. Della tempistica degli interventi la Caritas, come detto, non poteva non essere a conoscenza, essendo insieme a Croce Rossa Italiana, Protezione Civile e Sentinelle per la Carità, partners del progetto finanziato dal PNRR era ed è perfettamente a conoscenza che gli stessi interventi, secondo il cronoprogramma imposto dal Ministero, dovranno trovare completamento entro la fine dell’anno in corso, al più entro il mese di marzo 2026. Pertanto, tutti i soggetti coinvolti avevano e hanno perfetta consapevolezza delle rigide tempistiche da rispettare: nessuno ha agito con improvvisazione, al contrario tutto è stato spiegato e analizzato nei dettagli. Si specifica che avevamo dato disponibilità, sia pure in via informale, a consentire lo svolgimento di alcuni servizi contestualmente all’avvio dei lavori, naturalmente compatibilmente con le esigenze di sicurezza e di natura logistica. Si ricorda che gli spazi saranno rifunzionalizzati per renderli idonei ai requisiti imposti dal regolamento regionale n. 4 relativo ad una struttura come questa. E’ d’uopo precisare che gli stessi locali di San Pasquale sono sprovvisti finanche di impianti di riscaldamento, dunque inadeguati allo svolgimento di attività di tale importanza e delicatezza; per questo la premura di adeguarli in vista dell’arrivo del prossimo inverno. Per chiarire ulteriormente quanto sta accadendo è bene precisare che le attività svolte dalla Caritas nella struttura del San Pasquale non presentavano tutti i requisiti di legittimità per operare e da qui lo sforzo del Comune che ha previsto, con i fondi del PNRR, di sistemare tutta la situazione. La rifunzionalizzazione, come già detto, non comporterà nessuna sottrazione di spazi gestiti dalla Caritas. Tutta la struttura sarà riqualificata e rifunzionalizzata e soprattutto sarà messa a norma secondo i dettami della legge regionale e continuerà ad essere gestita dalla Caritas. Vicenda distinta riguarda la mensa sociale. Il Comune ha prodotto lo sforzo massimo consentito dal contesto finanziario attuale per cofinanziare questa meritoria attività, anche attraverso il coinvolgimento dell’Ambito sociale. Un contributo finanziario notevole che tutti auspichiamo sia incrementabile per la natura lodevole del servizio, naturalmente sempre nella misura in cui le risorse economiche lo consentiranno e compatibilmente con l’ampiezza dei servizi di welfare che i Servizi sociali erogano quotidianamente e che sono numerosi: dall’assistenza domiciliare al contrasto alla violenza di genere, dal sostegno alla genitorialità all’assistenza materiale agli indigenti anche attraverso i meccanismi di welfare per il sostegno al pagamento delle utenze e dei consumi alimentari fino all’inclusione attiva e alla lotta ad ogni sorta di marginalità sociale. Specifichiamo, altresì, la collaborazione tra Caritas e Comune si incardina su progetti di grande impatto sociale con effetti benefici su situazioni assai delicate: auspichiamo dunque che si esca da un contesto di confronto mediatico che può generare cortocircuiti e fraintendimenti e possa invece continuare sul binario più consono del dialogo istituzionale, anche in presenza di fisiologiche diversità di vedute“, conclude Santamaria.