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Torrecuso (Bn) – Una vita in camice bianco, ore di lavoro passate in laboratori. Soprattutto all’estero, dove si è fatto apprezzare per le sue doti di scienziato. Una parabola che lo ha portato prima a lasciare l’Italia e poi a tornare per continuare in patria la sua missione di ricerca. Sono i cosiddetti cervelli italiani che invertono la rotta di marcia: dalla “fuga” al rientro. Il suo nome è Pasquale Cocchiaro, scienziato specializzato in biologia molecolare più che felice di poter svolgere il suo lavoro di ricercatore in Italia, dopo una lunga esperienza all’estero. Pasquale ha scelto di trasferirsi all’estero per valorizzare al massimo gli studi conseguiti in Italia, per poi tornare, a differenza di molti connazionali, a lavorare nella sua terra.
Quella di Pasquale è una storia capace di infondere autostima e positività. Con in tasca una laurea in biologia conseguita presso l’Università del Sannio di Benevento, Pasquale lascia Torrecuso e si trasferisce in Inghilterra per continuare il suo percorso, e ottenere il Dottorato di Ricerca in Biologia e Patologia. Cocchiaro matura una documentata e ampia esperienza nella ricerca accademica in Italia e all’Estero (Inghilterra, Francia, Svezia) che gli permette di acquisire diverse competenze che nel corso del suo percorso lavorativo contribuiscono a consolidare il suo background scientifico.
“Mi sono laureato in Biologia nel 2011 all’Università del Sannio – racconta Cocchiaro ad Anteprima24per poi trasferirmi alla Federico II di Napoli per un Dottorato di Ricerca in Biologia e Patologia. In questo periodo mi sono focalizzato sui meccanismi fibrotici indotti dalla serotonina nel cuore. Durante il mio secondo anno di dottorato mi sono trasferito in Inghilterra, alla Newcastle University, Fibrosis Group, uno dei lab più importanti per lo studio dell’infiammazione e fibrosi (polmone, fegato e rene). In Inghilterra ho iniziato a lavorare sul rene, in particolare sul ruolo delle catepsine lisosomiali nel danno acuto e cronico del rene. Questa esperienza nel Regno Unito può essere considerata la svolta della mia carriera a livello accademico”.
“Dopo il dottorato – continua il ricercatore sannita – mi sono trasferito a Nancy, in Francia, alla Lorraine University, lavorando come Ricercatore Associato. Il progetto di cui mi occupavo riguardava lo sviluppo di nuovi markers per la diagnosi precoce del rene durante sindrome metaboliche e invecchiamento. In questa esperienza ho avuto la massima indipendenza di programmare tutto il lavoro che a breve sarà pubblicato su riviste internazionali”.

“Dopo la Francia, mi sono trasferito in Svezia, alla Gothenburg University, ancora come ricercatore associato. Il progetto era sempre focalizzato sui reni, in particolare sui podociti, cellule coinvolte in particolare ne diabete ed iperproteinemia. Questa esperienza è stata più breve delle altre ma mi ha permesso di avere una nuova visione della ricerca sul rene e del modo di fare ricerca. Inoltre ha contribuito al mio network internazionale. L’esperienza in Svezia si è conclusa per ritornare in Italia, nelle vesti di Drug Discovery Scientist alla Dompè Farmaceutici a Napoli. Attualmente sto lavorando sulle NASH, per cercare di sviluppare nuovi molecole, potenziali futuri farmaci per la cura di questa patologia”. Da ricercare qui in Campania, perché dopo tanto girovagare per Pasquale era arrivato il momento di tornare a casa.

Il sannita è tornato nel “Belpaese” grazie a Dompé farmaceutici s.p.a (www.dompe.com), un’azienda focalizzata sull’eccellenza italiana e sulla continua ricerca di nuove terapie. Dare risposta a domande di salute aperte per rispondere ai bisogni dei pazienti in tutto il mondo. Questo l’obiettivo della ricerca Dompé, dall’intuizione del ricercatore fino alla prova definitiva dell’efficacia e della sicurezza di un trattamento negli studi clinici, passaggio fondamentale per giungere a una nuova terapia.