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“Per poter realizzare i sogni bisogna essere svegli”. Così Mario Collarile ai microfoni di Anteprima 24 per un commento sulla promozione in serie A del Benevento Calcio. Il delegato provinciale del Coni  ha espresso grande soddisfazione per il traguardo tagliato dai giallorossi ma al contempo ha voluto esortare cittadinanza e istituzioni ad adeguarsi a una nuova, importante realtà. “Noi beneventani abbiamo avuto la grande fortuna di avere tra noi la famiglia Vigorito, perché la nostra non è una città che può produrre autonomamente risorse economiche tali da arrivare alla serie A – ha dichiarato Collarile -.  Senza Oreste Vigorito e la sua famiglia non ce l’avremmo fatta. La serie A è l’apice di una montagna, stare lassù è qualcosa di molto difficile per una squadra di calcio”

Senza un deciso cambio di marcia nella mentalità, secondo Collarile, l’impresa sarà ardua per l’economia beneventana “Ora Benevento città deve chiedersi se è all’altezza della categoria, deve mettersi in moto. Se non lo farà, si ritroverà inevitabilmente al di sotto di quel vertice. Il problema più grande della nostra città è l’inconsapevolezza del livello che può raggiungere il nostro centro urbano che per storia e tradizione non dovrebbe essere secondo a nessuno. Ma tra la gente non c’è grande convinzione, e questo è un male. Se diamo uno sguardo al passato, ci rendiamo conto che Benevento è stata già una città di serie A. Penso ad esempio al I secolo, quando qui c’era la scuola imperiale dei gladiatori con un anfiteatro da ventimila posti e un teatro da quattordicimila. In questa città sono state attratte personalità come quella di Nerone, che equivale  a vedere il Presidente del Consiglio al giorno d’oggi ad assistere a una gara del Benevento. Successivamente, nel VII secolo siamo stati capitale dell’Italia meridionale grazie ai longobardi e ad Arechi II, che diede vita alla scrittura beneventana. Cambiò la storia, perché i testi hanno iniziato ad essere comprensibili a tutti, e ne è conseguito che Benevento sia diventata un centro di cultura”.

La strada da percorrere è quella che conduce alla valorizzazione delle opere storiche, a detta di Collarile un tallone d’achille degli ultimi anni: “Purtroppo per circa ottocento anni siamo stati chiusi a livello commerciale ed economico. Benevento ora ha la possibilità di tornare ad essere capitale di qualcosa. Ha un patrimonio archeologico infinito. Non so in tutto il mondo quanti archi trionfali siano rimasti, ma quello di Benevento è certamente il più bello. Ora bisogna cambiare mentalità, perché anche il treno Unesco continua a non essere sfruttato. Quindi è d’obbligo rimboccarsi le maniche sul piano del turismo e dell’economia. Bisogna fare in modo di sfruttare l’indotto che tifoserie come quelle di Milan, Juventus, Napoli e Inter sono in grado di produrre. E’ una sfida non meno importante di quella proposta dal campo. Una sfida che dobbiamo vincere tutti insieme”.