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Benevento – “Di Maria scrive al Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli “per esprimere il suo dissenso per la riforma che condannerebbe l’ente camerale sannita e per il provvedimento che il Governo avrebbe allo studio, almeno a leggere le Agenzie di Stampa, di ‘commissariamento’ dei vertici camerali che rifiutano gli accorpamenti”. Ritengo che, pur essendo il presidente della Provincia di Benevento ispirato senz’altro da un nobile scopo, egli abbia onestamente sbagliato destinatario”. Questo l’incipit della nota stampa inviata dalla senatrice sannita del Movimento 5 Stelle, Sabrina Ricciardi, in relazione alla richiesta del Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, di non accorpare o commissariare la Camera di Commercio di Benevento (LEGGI QUI).

“Innanzitutto – spiega la senatrice Ricciardi –  perché il provvedimento in questione non è ancora stato varato, si tratta per lo più di un’ipotesi e per adesso è in standby perché da parte del Ministero sono allo studio soluzioni alternative. Ma soprattutto perché fa finta di non sapere che il 16 novembre del 2016, un Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, quando al Governo non c’era certo il M5S, ha istituito la Camera di Commercio Irpinia-Sannio mediante un accorpamento volontario (cioè deciso unanimemente dagli allora Consigli camerali di Avellino e Benevento e dunque non calato dall’alto come invece sostiene Di Maria, che dovrebbe anche sapere che gli accorpamenti volontari già approvati, dall’entrata in vigore del d.lgs. 25 novembre 2016, n. 219 sono inamovibili) e nominato un Commissario ad Acta per eseguire e definire la procedura. Dov’era allora Di Maria? Di sicuro non al vertice della Provincia ma comunque era sindaco di una comunità del Sannio e come tale avrebbe potuto far sentire la sua voce. Lo stesso Mastella mi pare fosse già sindaco nel 2016. Le barricate mi sembrano quantomeno un po’ tardive. E dov’erano tutte le istituzioni che oggi si scandalizzano di fronte ad un Governo in carica solo da poco più di un anno che non sta facendo altro che cercare di far rispettare la Legge? Come mai nessuno ha riconosciuto finora le conseguenze negative sul sistema economico locale innanzi ad un ente camerale sannita delegittimato e non più autorevole (l’attuale Organo politico è in prorogatio ormai da quasi tre anni) che sta ulteriormente danneggiando la già preoccupante situazione socio-economica? Forse c’è chi preferisce non evidenziare che le principali responsabilità di questa situazione, sono da ripartire equamente tra la Regione Campania che ha pubblicato il decreto regionale di ripartizione dei seggi del Consiglio della nuova Camera di Commercio Irpinia Sannio soltanto il 12 settembre del 2018 e il Commissario ad Acta, che ha trasmesso gli atti al presidente della Giunta regionale soltanto nel marzo del 2018, dopo ben 15 mesi dall’avvio dell’iter procedurale. Un lunghissimo ed estenuante procedimento amministrativo, che, per ragioni che restano ancora tutte da capire, ancora non viene completato tra verifiche e supplementi di istruttoria che avanzano a passo di lumaca”.

“Dopo 7 pronunciamenti del Tar – conclude la senatrice del M5S  e una sentenza della Corte Costituzionale in arrivo, ci sono ben 25 fusioni arenate, che per adesso hanno prodotto l’unica certezza di aver penalizzato i territori interessati ingessando le attività e ingolfandone le funzioni, lasciando in carica Consigli esautorati da tempo e ponendo in essere strategie politiche degne della prima Repubblica”.