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È finito sotto i riflettori della magistratura il concorso per dirigenti scolastici in Campania, sospeso ufficialmente dopo una serie di ricorsi e l’apertura di un’indagine da parte della Procura di Napoli. Al centro dell’inchiesta una fitta rete di legami personali e professionali tra commissari ed esaminati. Tra i casi più rilevanti segnalati, quello che coinvolge un’ex preside di un istituto della Valle Telesina e un docente beneventano. 
L’ex preside, oggi in pensione, è attualmente presidente di una associazione culturale con sede a Benevento. È proprio il legame con un docente di una scuola primaria del capoluogo sannita e membro della medesima associazione, a suscitare particolare attenzione. 

Secondo quanto denunciato da 16 ricorrenti in un esposto depositato lo scorso 26 marzo, l’ex dirigente, chiamata in qualità di esperta esterna in base alla normativa vigente, avrebbe fatto parte della commissione esaminatrice del concorso pur avendo rapporti di “intensa e reiterata frequentazione” con il docente, uno dei candidati. I due, secondo la documentazione allegata ai ricorsi, non solo avrebbero condiviso eventi privati e pubblici, ma avrebbero anche sviluppato una collaborazione professionale stabile negli anni attraverso la realizzazione di alcuni progetti ed oggi anche nella associazione culturale di cui entrambi fanno parte. 
Secondo l’avvocato Massimo Romano, che rappresenta alcuni dei ricorrenti, questa relazione avrebbe comportato un evidente conflitto d’interessi. “Foto e video pubblicati su Facebook e in gruppi WhatsApp dimostrano una vicinanza non compatibile con il ruolo super partes richiesto a un commissario d’esame: si vedono i due ballare ‘cheek to cheek’, abbracciati su un divano, o partecipare a cene e feste”, aggiunge l’avvocato Enrico Angelone in un altro ricorso, presentato al Tar da una candidata disabile.
Secondo i ricorrenti, l’ex dirigente avrebbe dovuto astenersi “per evidente conflitto d’interesse”, ma non lo ha fatto, o quantomeno nella fase iniziale. Questo comportamento – si legge sulle colonne del Corriere“ha determinato un vulnus che si è trasferito anche nelle successive fasi del procedimento”. Dopo la sua uscita dalla commissione, il docente sannita – che in fase preselettiva aveva ottenuto un punteggio molto alto – ha registrato un calo significativo nel voto dello scritto. “Un’incongruenza – sostengono i legali – che rafforza i dubbi sulla regolarità della valutazione iniziale”.

Il concorso campano, che metteva in palio 34 posti da dirigente scolastico sui 587 previsti a livello nazionale, è stato ufficialmente sospeso dopo una serie di dimissioni da parte dei membri della commissione. In totale sei commissari si sono ritirati per motivi di salute, in quello che l’avvocato Angelone definisce nel suo ricorso come “il singolare e simultaneo aggravamento delle condizioni di salute” di tutti i membri dell’organo esaminatore. L’ultimo di essi ha formalizzato le dimissioni il 9 aprile 2025, costringendo il Ministero dell’Istruzione a rinviare le prove orali, che avrebbero dovuto iniziare il 14 aprile.
“Se dovessero evidenziarsi illeciti di rilievo penale – ha dichiarato il ministro Giuseppe Valditara provvederò personalmente a segnalare alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per i profili di rilievo erariale. Non saranno tollerate opacità”.

Ma i due soggetti citati non sono gli unici coinvolti. Secondo i ricorrenti una fitta trama di interessi comuni ha alterato l’oggettività della selezione e compromesso la genuinità della procedura.