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“Chi sperava nel tracollo del Pd nel Sannio è rimasto deluso“. E’ questo uno dei passaggi chiave della conferenza stampa tenuta nel pomeriggio da Antonella Pepe, la candidata Dem nell’uninominale di Benevento per la Camera. Al suo fianco, come è stato per tutta la campagna elettorale, c’è il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo. E così sarà nel prossimo futuro vista la comune volontà di “ri-costruire” sul territorio un partito “più forte, plurale e capace di costruire una interlocuzione importante con la Regione”.

Un messaggio chiaro, come chiari sono i destinatari. “Il Pd ha retto grazie a chi si è impegnato, a chi non si è sottratto a una sfida che si annunciava proibitiva e non certo per merito di chi è stato assente“.

A rafforzare il concetto, la Pepe snocciola numeri e dati: “In Campania la media del Pd è del 15%, noi ci siamo fermati al 13. Nel Sannio, però, c’era un competitor che nelle altre province non c’era, Clemente Mastella. Chi sa leggere la politica sa leggere anche il nostro dato”.

Ma la valutazione si estende anche al passato, a ciò che accadde nel 2018: “E qui ci sono altre considerazioni da fare. Cinque anni fa il Pd era al governo della Provincia e di tutti i principali comuni del Sannio. Il risultato fu di poco superiore a quello ottenuto oggi. Noi però abbiamo combattuto a mani nude. E a Benevento Città il dato percentuale è persino cresciuto. Eppure allora tra i candidati c’era il deputato uscente, sottosegretario, espressione proprio della Città“.

Una ulteriore stilettata al convitato di pietra dell’appuntamento, Umberto Del Basso De Caro. E c’è ancora lui anche nella conclusione del ragionamento che fa Antonella Pepe: “Il voto ci dice per il Pd sono tutti utili ma nessuno è indispensabile. L’unica cosa di cui non possiamo fare a meno è la nostra comunità. Che è molto più ampia e diffusa di quanto rappresentato negli organismi dirigenti”. 

E ora? “Ora inizia un nuovo corso, ricostruiremo il partito pezzo per pezzo, comune per comune. In questa campagna elettorale abbiamo ritrovato tanti amici che erano andati via, a volte addirittura allontanati. Guardate i risultati ottenuti a San Giorgio del Sannio, Airola, Montesarchio e Telese dove qualcuno, alle scorse elezioni comunali, decise in maniera scellerata di sostenere un’amministrazione che oggi si è ritrovata compatta nel centrodestra. Errori che si pagano. E’ tempo di rimediare“.

Un’altra opera di ricucitura, invece, è già partita. Quella con palazzo Santa Lucia: “Sapete dove era Vincenzo De Luca alle ultime elezioni nel capoluogo e sapete dove ero io. Ora basta, questa contraddizione va superata. Pure perchè il quadro cambierà e anche nel Sannio si ristabilirà la dialettica centrodestra-centrosinistra“.

Assunto condiviso anche da Erasmo Mortaruolo: “Rivendichiamo un ruolo diverso in Regione Campania. Penso sia chiaro a tutti, oggi, che il Pd rappresenta il centrosinistra, Ndc no“. E da Mortaruolo arriva anche una precisazione sulle polemiche che hanno fatto seguito alla candidatura di Antonella Pepe: “Mi viene da sorridere quando leggo che il nome della Pepe è stato calato dall’alto. Io sono consigliere regionale da sette anni eppure a me dell’opzione Moretti non aveva parlato nessuno. Giusto per comprendere: io, da uscente, prima della seconda candidatura dovetti superare la fase della consultazione… “. Sul punto si fa sentire anche la diretta interessata: “Ho grande stima di Moretti e penso sia una risorsa assolutamente importante nella costruzione di un centrosinistra di governo sul territorio. Ma alle federazioni era stato richiesto di inviare a Roma una rosa di nomi, senza specificare posizioni o collegi. Che poi la decisione è in capo alla direzione nazionale è cosa nota da tempo, da quando si vota coi listini bloccati. Se qualcuno non è stato corretto con lui quel qualcuno non sono io… “.

Prima ancora, però, la Pepe si era soffermata sul dato nazionale e su ciò che aspetta il Pd: “La sconfitta è evidente, clamorosa nei numeri. Ma non basta dire serve il congresso, il tema non è quel nome piuttosto che l’altro. La verità è che il Pd resta un partito irrisolto, privo di una identità riconoscibile. Serve una costituente, un percorso di ricostruzione”.