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Alla ricerca del salto di qualità. Cresce la produzione vitivinicola sannita, cresce la qualità, cresce il numero degli operatori. Adesso, però, alla luce anche dell’esperienza di Sannio ‘Capitale Europea del Vino’, occorre il passo in avanti. Quello utile a garantire una più elevata redditività per le aziende.

Nasce qui, in questa consapevolezza, l’iniziativa promossa dalla Confindustria Benevento e tenutasi questo pomeriggio nella splendida cornice del San Vittorino. A confrontarsi, da un lato i vari protagonisti della realtà economica e produttiva sannita e dall’altro la dirigenza di Ubi Banca.

Individuata la mission, ovvero aumentare le capacità di successo delle esperienze produttive e imprenditoriali, sul tavolo sono state poste le criticità e gli strumenti idonei ad affrontarle. Il tutto, partendo da una premessa: tre sono i fattori chiave che le aziende devono centrare conquistare spazi di mercato sempre più ampi.

Il primo è l’aspetto dimensionale. Le aziende con fatturati più alti della media presentano una redditività sul capitale investito nettamente più elevata di quella delle aziende più piccole e questo per due ragioni: il ritorno sul venduto è più alto e l’intensità di capitale più bassa.

Il secondo fattore critico è la quota del fatturato realizzata sui mercati esteri. L’analisi di Ubi Banca mostra chiaramente che le aziende che esportano di più raggiungono livelli di redditività migliori perché i prezzi medi di vendita all’estero sono costantemente cresciuti nel corso degli ultimi anni permettendo di raggiungere una redditività migliore di quella ottenuta sul mercato nazionale.

Il terzo fattore critico è la denominazione di origine. L’analisi mostra infatti che le regioni che presentano una quota di produzione di vini a denominazione di origine sul totale della produzione regionale più alta sono anche quelle che ottengono un valore più elevato non solo per il vino prodotto, ma anche per i vigneti del territorio.

E in relazione a questi tre fattori chiave, come si posizionano le aziende campane?

Sotto l’aspetto dimensionale, il settore presenta una frammentazione molto elevata. La mappatura di 180 aziende campane realizzata da Ubi Banca mostra infatti che il 78% ha meno di 15 ettari di vigneto e solo otto producono oltre un migliaio di bottiglie. La maggioranza delle aziende esaminate persegue strategie di nicchia, con produzioni orientate alla qualità, come segnalato dal prezzo medio di vendita, che si colloca nella fascia media-alta.

Riguardo le vendite all’estero, a livello regionale si osserva un trend di crescita anche se la quota dei vini campani esportati rispetto al totale della produzione regionale è sotto la media nazionale. Anche la quota dei vini a denominazione di origine sul totale della produzione regionale è più bassa della media nazionale. E’ probabile che le dimensioni ridotte siano un ostacolo tanto per la crescita delle esportazioni quanto per lo sviluppo della produzione a denominazione di origine, e che nel complesso queste debolezze abbiano una ricaduta negativa sulla redditività media delle aziende vitivinicole campane.

E’ chiaro quindi che per migliorarne il livello bisogna intervenire su tutti e tre i fattori critici individuati, soprattutto in considerazione del fatto che essi tendono a interagire in modo moltiplicativo sulla redditività delle aziende del settore.