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“Nel più difficile tempo della storia, di fronte a guerre e conflitti, a egoismi crescenti e a trasformazioni globali, ci ritroviamo a dovere rivendicare il diritto alla memoria storica, ai segni più profondi e identitari di una comunità locale, già provata dalla secolarizzazione e dall’indifferenza. Non era stato mai così necessario il richiamo ai valori più profondi come in questi anni e in questi mesi, eppure uno dei luoghi simbolo della pace e della solidarietà, il complesso di San Francesco in piazza Dogana, si appresterebbe a esaurire il suo compito tra gli uomini e le cose di questa città”. Così la comunità laica di San Francesco in piazza Dogana in una missiva indirizzata al sindaco Clemente Mastella, al vescovo Felice Accrocca, al Ministro generale OFMC Fr. Carlos Alberto Trovarelli e al padre provinciale Claudio Ioris. Come anticipato nelle scorse settimane da Anteprima24.it, il Convento – risalente al XIII secolo – dovrebbe chiudere i battenti tra non molto.

“Tanti i motivi che – aggiunge – indurrebbero alla chiusura della comunità francescana, scarse vocazioni, difficoltà economiche, ma altrettanti, e ancora più forti, quelli che ci spingono a cercare di evitarne un esito che la città non accetterebbe. Si consumerebbe anche la dispersione dei fedeli che da quasi 60 anni intrecciano la loro storia personale con quella di questa antichissima realtà ecclesiale. La scomparsa di un importante riferimento spirituale e di un monumento di così grande valore storico e artistico sarebbe dolorosa per tutti, non si può che auspicare che si faccia chiarezza sulle problematiche per cercare, se esiste, una soluzione condivisa.

San Francesco d’Assisi transitò a Benevento nel 1210 o probabilmente nel 1222 mentre si recava in pellegrinaggio al Santuario di San Michele Arcangelo. Si racconta che all’epoca Benevento fosse flagellata da una grave siccità e che il Santo abbia pregato nella chiesa di San Costanzo e subito venne la pioggia, per cui in segno di ringraziamento la struttura venne donata ai francescani e si insediò la prima comunità di frati. Il convento con i due chiostri subì ingenti danni a seguito del terremoto del 1702 e ricostruito insieme a tutta la città. Dopo il periodo napoleonico e la soppressione degli ordini religiosi, i frati rientrarono solo nel 1815 quando la città tornò sotto il governo pontificio. Il convento fu nuovamente sgomberato per farne il Distretto militare. La definitiva riconsegna alla sua missione, nel 1968, consentì l’avvio di un’intensa azione di aggregazione umana e di culto ispirato alla spiritualità francescana.
L’impegno per evitare la cessione di questo importante cantiere di pace è un dovere delle autorità civili e religiose chiamate a difendere e a potenziare il ricchissimo patrimonio di beni culturali. Le stesse istituzioni che negli anni ’80 (in particolare Comune e Amministrazione provinciale) restaurarono un’intera ala del convento ipotizzando la creazione di un “monastero di città” dove proporre a frati e laici percorsi di spiritualità e di riflessione esistenziale in una società di corsa. Il complesso di San Francesco, dopo avere superato terremoti e guerre, dopo essere sopravvissuto a Napoleone e a Garibaldi, non dovrà arrendersi di fronte a problemi di ordine finanziario e organizzativo. Si tratta di una battaglia comune, che può incidere sul futuro della società locale”. 

Benevento, San Francesco alla Dogana chiude i battenti?