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Benevento –  Dopo la vittoria del referendum contro l’abrogazione della legge 194, gli antiabortisti beneventani non si arresero e così nel 1981 nacque il Centro di Aiuto alla Vita. Un ente che secondo il suo statuto promuove e diffonde “la cultura della vita iconformità con la visione cristiana e linsegnamento della Chiesa Cattolica”.

Centro Aiuto alla Vita che già dal 1986 apre il servizio alla gestante e alla maternità presso la canonica della SS Addolorata in Benevento per poi ottenere, nel maggio del 1992, una convenzione con l’allora USL e iniziare un servizio antiaborto, contro la legge 194, con due presidi presso la sede dell’ospedale “G. Rummo” di Benevento: uno “sportello” per offrire gli aiuti alle mamme e accogliere i nuovi casi, e un presidio nel reparto IVG per dissuadere in tutti i modi le mamme che chiedono l’aborto.

CAV che nel 2015 riesce a stipulare un’altra convenzione col “Rummo”, all’epoca sotto la direzione del Commissario Straordinario Giuseppe Maria Berruti, ottenendo l’uso di un desk informativo presso il reparto IVG, iniziando a distribuire volantini per convincere, consigliare, anche attraverso immagini forti, le donne a non abortire.
Questa attività viene regolamentata da una convenzione della durata di un anno che, scaduta il 22 giugno 2016, avrebbe dovuto portare gli antiabortisti fuori da una struttura sanitaria pubblica, eliminando banner informativi e interrompendo le azioni di propaganda contro la legge 194 all’interno del reparto in cui si praticano le IVG.
E invece, ogni martedì e venerdì, i volontari del CAV, come monitorato dalle attiviste di “Non una di meno Benevento” si recano al Rummo per pressare e convincere le donne a non abortire anche con convenzione scaduta.

I vertici del CAV però dichiarano che quella convenzione si rinnova tacitamente di anno in anno. Difatti sulla convenzione, scaricabile dal sito degli antiabortisti, all’art. 6 si legge: “La presente Convenzione ha durata annuale, con decorrenza dalla stipula, viene rinnovata tacitamente. Entrambe le parti possono esercitare il diritto di recesso previo preavviso di due mesi”.

Per vederci chiaro le attiviste della ReteNon una di meno Benevento” chiedono l’accesso agli atti all’A.O. Rummo per poter visionare la convenzione. Sul documento ufficiale rilasciato dall’Amministrazione ospedaliera, all’art. 6 si legge: “la presente convenzione ha durata annuale con decorrenza della stipula ed entrambe le parti possono esercitare diritto di recesso previo preavviso di due mesi”.

Dunque, nessun rinnovo tacito. Allora come mai il Rummo dopo più di un anno dalla scadenza della convenzione e dopo le richieste delle attiviste “Non una di Meno Benevento”, prosegue nel dare spazio ai volontari del Centro Aiuto alla Vita? Com’è possibile che un’associazione antiabortista abbia potuto operare indisturbata per più di 20 anni all’interno di una struttura sanitaria pubblica? 

Intanto i volontari del CAV, dal dicembre del 2017,  hanno ricevuto gratuitamente dalla Chiesa dell’Addolorata al Rione Libertà, previa concessione del Comune di Benevento, uno spazio presso la Spina Verde dove portano avanti le loro attività di aiuto alla vita distribuendo pannolini e beni di prima necessità per supportare le neo mamme.  Sulla loro presenza illegittima all’Ospedale Rummo si attende una risposta dai vertici dell’Azienda che nulla fa, a quanto pare, per vietare la propaganda antiabortista, con convenzione scaduta, all’interno della struttura.

Di seguito le due convenzioni, quella leggibile sul sito del CAV e l’altra rilasciata dall’Amministrazione dell’ Ospedale Rummo di Benevento

  Convenzione Originale
Convenzione CAV