- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – La storia ha un finale che deve essere ancora scritto ma il fastidio dei protagonisti, tanti a dir la verità, è grande. Per anni la Federazione Italiana Giuoco Calcio si è battuta per fare in modo che gli allenatori avessero i titoli per andare in panchina e combattere una piaga che stava prendendo piede e cioè evitare che le squadre si affidassero a tecnici senza patentino. Nel corso dei tempi il numero è sempre aumentato e, a un certo punto, è diventata proprio una questione di principio tra gli stessi allenatori, tutti pronti a puntarsi il dito contro. La storia va avanti e porta fino alla prima decade di settembre del 2018, momento nel quale comincia, finalmente, il corso di abilitazione al quale si iscrivono ben 41 allenatori, tutti vogliosi di mettersi in regola. E non è un corso “gratis et amore dei”, bensì ha un costo, anche abbastanza importante. Ogni tecnico, per poter prendere parte all’abilitazione, deve versare 788 euro, il lasciapassare per il sogno. Senza non si partecipa, si rimane fuorilegge e si è obbligati ad andare in panchina come massaggiatori o, peggio ancora, come giocatori. Tutti mettono mano al portafoglio, pagano e partecipano a queste sei settimane intense che hanno condotto tutti fino al 7 dicembre, giorno dell’esame. Ma non è l’unico costo da sostenere. In tanti, almeno la metà, non sono sanniti, arrivano da posti, anche lontani, quindi hanno dovuto aggiungere, alla cifra già detta, anche il vitto e, probabilmente, l’alloggio in qualche struttura beneventana. Insomma non è costato poco, ma tutti lo hanno fatto con la speranza di ottenere quel numerino magico che rende tutti legali. Esame fatto davanti a diverse personalità del mondo del calcio. Percorso finito? Nulla di tutto ciò. Ad oggi, nessuno dei 41 partecipanti ha saputo l’esito dell’esame. La deadline era fissata per gennaio, mese nel quale doveva arrivare l’esito via posta con valutazione segreta. E dopo di quella, in caso di esito positivo, doveva arrivare la benedetta immatricolazione, quella che rende tutti allenatori. Infine il tesserino, ma questo si può ritirare sempre, è la successione di numeri che fa la differenza. Chieste delucidazioni, tra Vecchione che ha curato la documentazione o il segretario Ievolella, nessuno ha saputo dare risposta. O meglio, solo da Coverciano è arrivata una mezza risposta e cioè che venti giorni fa sarebbe stata inviata la documentazione ma, interpellati gli allenatori, nessuno ha ricevuto uno straccio di comunicazione.

Si voleva risolvere un problema e il rimedio si sta dimostrando anche peggio. Ci sono allenatori che hanno avuto delle deroghe per allenare, in attesa di completare il corso, e che sono ancora tutelati, se così si può dire. Ma chi non ha ottenuto questo beneficio e si aspettava di mettersi in regola, beh è rimasto deluso. Brutto da dire, e nessuno degli allenatori la prenda a male, non è colpa loro, ma ci sono dei “fuorilegge” in campo, allenatori che non potrebbero allenare ma che hanno pagato puntualmente per potersi sentire finalmente gratificati. Forse meriterebbero almeno una risposta, forse meriterebbero che non sia proprio la Federazione a renderli “fuorilegge”.