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Esiste qualcosa nella giurisprudenza che si chiama concorso di colpa. Tradotto in poche parole e per chi non mastica legge, si tratta dell’equa divisione delle responsabilità quando accade qualcosa, spesso un incidente.

E di concorso di colpa si può parlare quando l’occhio e le telecamere vanno a finire su quella che, in principio doveva essere un aiuto, e in pratica è diventato un “incidente”. La Fondovalle Vitulanese è il concorso di colpa tra chi l’ha creata e chi dovrebbe garantire un mantenimento che sia negli standard di percorribilità, decenza stradale e sicurezza. E questa senza parlare della quantità di incidenti che si sono verificati essendo tratto a forte pendenza e senza dissuasori o divisori. Ma qui entreremmo in un altro campo.

Il problema sta tutto nella progettazione e nella manutenzione. Chi si è sporcato le mani per renderla realtà ha solo pensato alla creazione del tratto tralasciando qualsiasi altro aspetto che potesse essere legato alla morfologia del territorio, ai rischi idrogeologici e tutti gli annessi. Insomma, negli anni novanta, la serie di società che si sono impegnate per la realizzazione hanno pensato che la Valle Vitulanese fosse esente da qualsiasi fenomeno atmosferico. Niente piogge, terreni che resistono da soli. Poi capita il contrario, succede che la Fondovalle venga spaccata in due per una frana da maltempo. Che quella risorsa diventa un calvario per chi dalla città deve raggiungere i comuni della valle (meglio evitare di entrare nel dettaglio della parallela alternativa). E allora via alla serie di toppe, rallentamenti, chiusure lunghe, varie ed eventuali.

E per questo ci sono i responsabili. Tutto in mano al Consorzio di bonifica della Valle Telesina, che affidò la progettazione alla SETIN Servizi Tecnici Infrastrutture srl e la realizzazione all’ImpresaPizzarotti & C. S.p.a. di Parma come capogruppo e le mandanti Costruzioni generali S.p.a. di Napoli, Rillo Andrea di Torrecuso, Bove Emilio & Figli S.n.c. di San Salvatore Telesino.

Tutti insieme appassionatamente per creare qualcosa di pericoloso, poco coerente con la geografia del posto e passibile di interruzione quando il meteo decide di mettersi di traverso rispetto ai pensieri dei progettisti.

Ma, in tutto ciò, dov’è il concorso di colpe? Esiste un altro ente che dovrebbe, e il condizionale è più che d’obbligo, garantire la manutenzione di tale creazione. La Provincia. Fondi irrisori, rappezzi, piccoli interventi. Forse si dimentica che, spesso, il rattoppo non rappresenta la soluzione del problema e che una serie di accorgimenti, fatti ogni tanto, servono solo a rimandare un problema. E il problema grosso è che la Fondovalle Vitulanese è una strada pensata con la testa e realizzata con i piedi. Ma in fondo non c’è molto da meravigliarsi. Il Sannio non è terra che eccelle per la sicurezza dei collegamenti, parlare della Telesina significherebbe sparare sulla Croce Rossa. Con la Fondovalle Vitulanese ci si è semplicemente allineati alle altre strade che circondano e attraversano il Sannio.

Ai nostri microfoni, i due consiglieri comunali di Foglianise, Giovanni Viglione e Grazia Pedicini, ci hanno raccontato la cronostoria della fondovalle, le anomalie, la cattiva gestione. Più che di responsabilità, i due rappresentanti di ‘LiberaMente’ Foglianise si augurano che gli amministratori locali facciano gruppo e possano dare presto risposte ai cittadini che, ad oggi, sono costretti a percorrere vie ormai abbandonate per recarsi a Benevento.