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Il mondo lavorativo si è praticamente fermato o, quanto meno, sta procedendo ad un ritmo notevolmente scalato“. 

Ad intervenire è l’avvocato Giuseppe Ricci, Responsabile del Dipartimento “Giustizia” in seno al Coordinamento provinciale di Forza Italia Benevento. 

Stiamo apprendendo – insiste l’anche vicesindaco di San Giorgio del Sannio – di come il Governo stia giustamente pensando a delle previsioni che possano fare da cuscinetto, in senso economico, in questa fase di difficoltà. Abbiamo sentito parlare di differimento di scadenze di mutui e di tasse, laddove piuttosto sarebbe preferibile parlare di condono, sentiamo parlare di provvedimenti per venire in soccorso al settore del turismo, esempio lampante di uno Stivale ormai a mezzo servizio. 

E, sia chiaro, siamo assolutamente d’accordo sul fatto che si siano adottate delle misure volte a contenere il virus che, indubbiamente, rappresenta vera emergenza sanitaria e che, in quanto tale, pretende di essere tamponato nella relativa diffusione dal momento che, come più volte ribadito dagli esperti, un ammasso presso gli ospedali determinerebbe l’impossibilità di curare tutti. 

Tutto questo premesso, quindi, vogliamo far presente come vi sia un intero cosmo, un intero mondo che, ora come ora, non sembra essere stato preso in considerazione dai disegni governativi. Ed è quello delle partite iva, con particolare riferimento a professionisti, artigiani, commercianti, autonomi. 

A tutti questi si è richiesto, attraverso vari atti ministeriali e regionali, il sacrificio di fermarsi. Ma fermarsi significa rinunciare ad incassare. Ciononostante, per amore del Paese, si è acconsentito a quella che è dolorosa richiesta. Come ovvio, stiamo parlando di un mondo di persone che, se la mattina non esce a lavorare, non incassa né riceve stipendio a domicilio. 

Scelte di vita, sia chiaro, ma non si può pensare di lasciare queste persone relegate in un limbo, per 2-3 mesi. Allora, così come si chiede il sacrificio a tutti e tutti sono disposti a dare il proprio contributo per la causa sociale e sanitaria, chiediamo allo stesso tempo che queste categorie possano beneficiare dei necessari supporti, possono essere ristorate con un contributo anche minimo che consenta, quanto meno, di far fronte alle spese vive. Si pensi ad affitti dei locali in uso, si pensi alle utenze che, comunque, bisogna fronteggiare. 

Si condonino, come detto, spese contributive fiscali, in proporzione al numero di mesi di forzata interruzione. Perché il virus può fermare il lavoro ma non cancellare le “uscite. Ci auguriamo – chiudere Ricci – che il Governo prenda in considerazione in modo fattivo le esigenze di queste persone. Perché se si fermano loro non potrà che rallentare ulteriormente la giostra economica nella sua complessità”