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Cusano Mutri (Bn) – Dopo il primo caso di Covid-19 riscontrato nel comune di Cusano Mutri, il sindaco del comune matesino Giuseppe Maria Maturo – attraverso un lungo post sul proprio profilo Facebook – ha duramente attaccato, a tutti i livelli, la gestione dell’emergenza.

La polemica di Maturo è rivolata soprattutto a ciò che concerne i test (il cosiddetto tampone) sulle persone entrate potenzialmente in contatto con contagiati da Covid-19. Maturo, in sostanza, ipotizza una sorta di modello Corea del Sud, paese nel quale i tamponi sono stati praticati con larga diffusione.

Il sindaco, che è stato uno dei primissimi a promulgare un’ordinanza sull’obbligo di indossare le mascherine protettive, ha inoltre annunciato che il comune di Cusano Mutri si doterà in maniera autonoma di test per il Covid-19.

Ecco il post integrale di Maturo: 

Ad un mese dall’inizio dell’emergenza purtroppo prendiamo atto della situazione tristissima e gravissima in cui ci troviamo. Non voglio parlare delle deficienze croniche del nostro sistema sanitario che si trovava già in emergenza in situazione di normalità che è cosa grave ma risaputa.
A distanza di un mese l’unico dato certo è che, come al solito, l’unica misura attuata è stata quella di chiedere sacrifici a noi cittadini. Sacrifici enormi sia dal punto di vista economico, sia per quanto riguarda la limitazione delle libertà personali.
Con grande senso di responsabilità abbiamo accettato senza riserve tali limtazioni. Ma la risposta che stiamo ricevendo dalle varie autorità è nei fatti confusa, quando non inesistente.
L’unica cosa in cui si stanno dimostrando bravi color che dovrebbero avere in mano le redini del paese e del territorio, sono le conferenze stampa e vuoti discorsi alla popolazione. Ma sul piano della concretezza siamo all’anno zero.
In Cina abbiamo visto tutti la costruzione di un intero ospedale in soli 10 giorni.
In Italia a distanza di più di un mese dall’inizio dell’emergenza non si è stati capaci neppure di far arrivare, in tempi certi e rapidi, i dispostivi di sicurezza o delle banali mascherine da poter distribuire a pagamento ai cittadini. Anche rispetto a ciò, abbiamo fatto affidamento sui noi stessi e abbiamo imparato a costruirle in casa.
Ma la cosa più grave in questa fase d’emergenza è la gestione per ciò che concerne l’esecuzione di tamponi alla popolazione. Non dico di effettuarli a campione sull’intera popolazione come avviene in Corea del Sud. Ma sotto questo aspetto davvero viviamo una situazione drammatica.
Un malato di covid19, una volta guarito, può continuare a diffondere il virus per oltre un mese se non viene certificato a mezzo tampone l’assenza del virus.
Un familiare convivente di una persona infetta, e con sintomatologia importante, è una persona contagiata con una probabilità molto vicina al 100 x 100
Chi contrae la malattia in forma lieve, se non accertata, può, dopo essere guarita, continuare a diffondere il contagio. Quindi è importantissimo testare ed individuare le persone più a rischio.
Ebbene, vi dico con certezza che i test su queste persone non vengono effettuati, mettendo a grave rischio la salute di tutti e contribuendo alla diffusione dell’epidemia.
Inutile dire che ormai i test vengono effettuati solo alle persone ricoverate con sintomi gravi e con inspiegabile ritardo, ritardando la ricostruzione della catena epidemiologica e contribuendo anche in questo modo alla diffusione dell’epidemia.
Per questo noi ci stiamo attrezzando per l’acquisto di test rapidi ed economici per ovviare all’ennesima deficienza sanitaria.
Per cercare di proteggere il più possibile la nostra comunità.
Intanto non ci resta che stare chiusi in casa ed affidarci alla misericordia di Dio”.