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All’interno il video con le parole di De Luca sull’ospedale di Sant’Agata e l’intervento completo dal palco di Telese.

‘One man show’ di Vincenzo De Luca a Telese Terme. Il governatore si prende la scena con oltre un’ora di intervento. La narrazione è quella a cui ci ha oramai abituato. “Marziani”, “cafoni” e “imbecilli” entrano ed escono senza soluzione di continuità dal suo racconto.

Il primo a farne le spese è Matteo Richetti, protagonista, sempre alla Feste de l’Unita sannita, della serata inaugurale di venerdì. Sarebbe lui il dirigente che “era meglio non invitare” – spiega dal palco De Luca a Carmine Valentino. Un rimbrotto per le considerazioni sulla “questione familiare” fatte dal politico emiliano in relazione alla candidatura di Piero De Luca.

Non resterà questa, comunque, l’unica frecciatina destinata alla dirigenza del Pd locale dall’inquilino di palazzo Santa Lucia. “Voi pure avete pensato di coprirvi di gloria scrivendo contro di me un documento che per utilizzare un termine altamente scientifico era una chiavica. Pure offensivo. Ma sono una persona d’esperienza e allora cerco di abbandonarmi all’oblio, dimenticando espressioni come bonapartismo, misura colma… ma la volte finire o no?”. Il riferimento è alla ‘sfiducia’ messa nero su bianco lo scorso luglio dalla direzione provinciale del Pd beneventano. Valentino e Mortaruolo, sul palco, incassano. Sceglie di restare in platea, invece, Umberto Del Basso De Caro. Quasi a evidenziare fisicamente la distanza che lo separa dal governatore.

C’è pure da dire che ai dirigenti nazionali del Partito Democratico va molto peggio.

“Vivono nell’Iperuranio. Quando li sento parlare, l’attenzione cala dopo trenta secondi al massimo. Sembra di ascoltare discorsi in aramaico antico”.

E ancora: “Il Pd dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Comunista ha ereditato soltanto i difetti. In questi anni ho visto crescere una degenerazione correntizia vergognosa. In alcuni posti il Pd è organizzato per tribù. Ci sono gli apache, gli cheyenne… Andate al diavolo”.

Eppure De Luca riconosce ai governi di centrosinistra un merito “straordinario”: “Abbiamo salvato l’Italia dal fallimento”. Poi, però, qualcosa è andato storto: “Il disastro è cominciato con la Buona Scuola, quando abbiamo deciso di metterci contro una realtà storicamente a noi vicina, come quella degli insegnanti, per dare più poteri ai presidi”. Da lì la discesa è stata inesorabile. “Persi milioni e milioni di voti ma se provi a chiedere ai vertici del Pd cosa è successo non ti risponde nessuno”.

Quanto al ‘Che fare?’, De Luca non ha dubbi. “Bisogna mettere al centro le vere priorità degli italiani che sono lavoro e sicurezza. Questo vuole la gente e invece sento parlare di riorganizzazione dell’area progressista e bla bla bla. Marziani!”.

“Il tema della sicurezza – incalza il Presidente della Regione – è questione che non riguarda i miliardari ma la povera gente. Dinanzi a un barcone pieno di donne e bambini, dire no all’accoglienza è un atto barbaro. Ma la solidarietà è soltanto una delle due facce della medaglia. L’altra è data da aree delle città diventate zona franca per extracomunitari che senza controllo spacciano, fanno affari con la criminalità, o si danno all’accattonaggio molesto. Una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Ma il Pd non vede nulla e se la prende con il povero padre di famiglia che ha paura per i propri figli. E allora lo ribadisco: tra la sicurezza dei miei cari e la bandiera del mio partito scelgo sempre la prima”.

Una pausa, il tempo di un bicchiere d’acqua e De Luca volta pagina. “Sono qui per fare chiarezza sui rapporti tra la Regione e il Sannio. E vi dico subito una cosa: nessuno ha dato al territorio beneventano quando ho dato io in questi tre anni”.

Ad ascoltare, in platea, le rappresentanze dei comitati di Sant’Agata dei Goti e Sassinoro, preoccupati i primi per la paventata chiusura del pronto soccorso e i secondi per l’insediamento di un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti. Con entrambi, De Luca si confronterà al termine del suo intervento.

“Sulla sanità, chiariamo subito un aspetto. Quei politici che oggi denunciano il presunto abbassamento del livello dei servizi del Sant’Alfonso sono gli stessi che il Sant’Alfonso avevano deciso di chiuderlo. Chi vi parla, invece, l’ospedale l’ha salvato”.

“A Sant’Agata ci andrò, – prosegue – perché se una comunità sente il bisogno di essere tranquillizzata è doveroso farlo. Ma ai cittadini presenti oggi posso già dire che non perderanno alcun servizio e che porterò al Sant’Alfonso il 118, nuove professionalità e il Polo Oncologico. Certo, per il Polo serviranno alcuni anni ma l’investimento è importante, pari a 25 milioni di euro, e se io dico che si farà, si farà. Non dovete dubitare neanche un istante della mia parola”.

Anche sulla situazione – un disastro – dei trasporti, il Governatore rintuzza tutti gli attacchi. “Se siamo in queste condizioni è perché prima del mio arrivo non era stato acquistato neanche un treno o un autobus. Io i treni li ho comprati: alcuni sono già entrati in servizio per altri bisogna attendere solo qualche mese. Per il collegamento su gomma, invece, è in arrivo un bando importante dell’Eav. E finanzierò la messa in sicurezza di 15 strade provinciali”.

L’elenco prosegue con le ecoballe – “Entro quattro mesi libereremo Casalduni ed entro dieci mesi faremo lo stesso per Fragneto Monforte” – e la Diga di Campolattaro: “Non so serviranno 5 anni ma l’obiettivo è rendere il Sannio autosufficiente, per l’approvvigionamento idrico, attraverso l’utilizzo delle sue acque”.

Infine, edilizia scolastica, assunzioni nella pubblica amministrazione, forestazione.

Stiamo sputando il sangue per voi e per tutti i cittadini campani. Avevo promesso una rivoluzione e rivoluzione sarà. Ci meriteremo un monumento”.