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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del gruppo Alleanza Verdi Sinistra sulla demedicalizzazione delle ambulanze del 118.

Desta preoccupazione la programmata riorganizzazione del servizio del 118, resa nota in questi giorni dalla Direzione generale dell’ASL di Benevento, secondo cui non è necessaria la presenza del personale medico a bordo delle ambulanze.

In un territorio già provato da anni di disattenzione politica e di scelte miopi, indebolire ulteriormente la rete di emergenza-urgenza, che è parte integrante dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) del Servizio Sanitario Nazionale, significa violare un principio costituzionale: il diritto alla salute.

La demedicalizzazione delle ambulanze, avviata nella ASL di Benevento dal 1° luglio 2023, non è stata subìta in silenzio: ha provocato proteste popolari, interrogazioni istituzionali, prese di posizione unanimi di sindaci e Consigli comunali, interventi del Prefetto, denunce dei sindacati e del mondo associativo. Una comunità intera ha già detto “no” ad una scelta che riduce la presenza dei medici a bordo del 118. Eppure si continua ad ignorare la voce dei territori.

La ASL non può ridurre la performance del 118 a un semplice dato cronometrico. I tempi di arrivo del mezzo di soccorso – i cosiddetti tempi LEA – pur rilevanti ai fini della premialità dei manager, non sono di per sé garanzia di appropriatezza e qualità delle cure. Non si può negare che l’efficacia dell’emergenza extraospedaliera si realizza pienamente quando sul luogo dell’intervento giunge l’ambulanza con un’equipe completa – medico, infermiere e autista – capace, grazie alla sinergia multiprofessionale, di unire la tempestività delle manovre salvavita con l’immediatezza della diagnosi e della terapia

La carenza di medici non può essere usata come causa per arretrare nei diritti. Esistono strumenti contrattuali e soluzioni organizzative – come le prestazioni aggiuntive – già previste dal legislatore proprio per sopperire alle carenze d’organico. Non applicarli significa scegliere di non garantire l’assistenza.

I drammatici effetti di questa politica sono sotto gli occhi di tutti: pazienti in codice rosso trasportati senza medico, interventi salvavita avviati in ritardo, ospedali congestionati per l’assenza di filtro territoriale. È evidente che siamo davanti a una regressione del sistema sanitario pubblico, che è tutto il contrario dell’efficientamento.

Tutto ciò è ancor più inaccettabile nelle nostre aree interne, già colpite da anni di abbandono.

 Il territorio sannita continua a scontare criticità strutturali che rendono sempre più fragile il diritto alla salute dei cittadini. Il presidio di Sant’Agata de’ Goti, formalmente destinato alla riconversione in struttura territoriale, vive ancora oggi nell’incertezza, con reparti depotenziati e un Pronto Soccorso ad ore, costantemente a rischio di chiusura per carenza di personale e mancata applicazione del decreto regionale 41/2019. All’ospedale San Pio di Benevento il sovraccarico del Pronto Soccorso e l’insufficienza di risorse umane generano disservizi, attese interminabili e perfino episodi di tensione ai danni degli operatori sanitari. A tutto ciò si aggiunge la vergogna della mobilità sanitaria: migliaia di cittadini costretti ogni anno a rivolgersi fuori provincia o fuori regione anche per prestazioni di base. Lo Stato arretra, le famiglie pagano.

Per questo non accetteremo più scelte calate dall’alto in nome del risparmio o di sperimentazioni fallimentari. Chiediamo un cambio di rotta immediato: il 118 va potenziato, non smantellato.

 I presidi sanitari vanno rilanciati, non svuotati. La salute è un diritto, non una voce di bilancio.

Siamo al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità pubblica e continueremo a mobilitarci contro una riorganizzazione che mette a rischio la vita dei cittadini.