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E’ una delle emergenze perenni della città. Benevento è l’unico capoluogo campano – uno dei pochi in Italia – a essere ancora sprovvisto di un impianto di depurazione. Una attesa lunga oramai trentacinque anni. Un lasso di tempo che ha visto susseguirsi tentativi su tentativi, tutti puntualmente naufragati. Ultimo a provarci, in ordine di tempo, Clemente Mastella. “Tre anni e finalmente Benevento avrà il suo depuratore” – annunciava qualche mese fa la fascia tricolore. Ancora una volta, però, fa discutere l’area individuata per la realizzazione dell’impianto, la località di Masseria Marziotto.
“La franosità della zona individuata – si legge infatti in una nota a firma dei due consiglieri comunali pentastellati Nicola Sguera e Marianna Farese – è stata segnalata già a marzo, nella seconda audizione in Commissione dalla Lipu, con l’ausilio di ampia documentazione fotografica che tutti i consiglieri presenti hanno potuto visionare e ribadita dai geologi Briuolo e Portoghese nell’Assemblea pubblica del 21 giugno. Siamo sicuri che «gli ulteriori approfondimenti» che il sindaco si è impegnato a fare mostreranno in maniera palese tale criticità”.
Il Movimento Cinque Stelle beneventano, di fatto, accusa l’amministrazione Mastella di muoversi in continuità con l’esperienza targata Fausto Pepe – “si è sempre ritenuto che il problema fosse esclusivamente l’individuazione di un sito adatto alla costruzione di un depuratore, eventualmente da mettere in sicurezza con grandi colate di cemento” – quando invece bisognerebbe battere strade alternative “più economiche, logiche, ecologiche, adatte in particolare ad una città come Benevento”.
“Qui non si tratta di contrapporre il buono all’ottimo, come vorrebbe fare il sindaco, – proseguono Sguera e Farese – ma di trovare la soluzione più avanzata per tutelare tutti gli interessi in campo (la necessità della depurazione, la tenuta del fiume, il benessere dei cittadini). L’uso della fitodepurazione consentirebbe di tutelare ed arricchire la biodiversità al cui centro si colloca il fiume Calore, ottenendo una depurazione ottimale delle acque, senza dover ricorrere ad espropri e alla modifica del Puc”.
“Sin dall’inizio – si legge ancora nella nota – il sindaco ha sbagliato a concepire la questione del depuratore come di pertinenza dei lavori pubblici, subordinando, anche operativamente, l’assessore all’Ambiente a Mario Pasquariello. Questo denota una “filosofia” riduzionistica, come abbiamo già detto. Non essendovi ancora un progetto operativo, e senza ricorrere al pretesto del collettamento già in fase avanzata, Mastella ci ripensi, mettendo realmente a frutto quanto fatto dalle Commissioni e detto nelle tre assemblee pubbliche, e, finalmente, dia concreta attuazione a quanto solennemente affermato nel suo “Programma” – dove si fa riferimento non ad un impianto ma ad impianti di depurazione – , altrimenti destinato a rimanere lettera morta”.