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Benevento – Trentacinque gol nelle ultime due stagioni, di cui ben ventidue lo scorso anno. I numeri rendono inevitabilmente di Samuel Di Carmine il pericolo numero uno per il Benevento di Cristian Bucchi, che domenica sera ritroverà uno dei suoi più cari ‘allievi’. Tante volte il nome del giocatore fiorentino è stato accostato a quello della Strega in passato, fin dai tempi della C, ma le voci di mercato non hanno mai trovato concretezza. Il destino, insomma, vuole che sul campo Di Carmine e il Benevento siano nemici, e non è un caso che di sfide epiche in archivio ce ne siano già tante, relative in particolar modo ai suoi trascorsi con le maglie di Juve Stabia e Perugia. L’avventura all’Hellas è iniziata l’estate scorsa, quando il club scaligero ha deciso di investire ben due milioni e mezzo sul suo cartellino. E dunque eccolo qui di nuovo tra i rivali dei sanniti, per l’ennesima puntata di un ciclo di emozioni e sfide che non sembra avere fine. 

La punta dell’Hellas Verona (due gol in sette presenze in campionato) ha raccontato in un’intervista di Matteo Fontana sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport le sue sensazioni a pochi giorni dal confronto con i giallorossi mostrando grande gratitudine per il tecnico che lo ha guidato due anni fa a Perugia: “Bucchi mi ha permesso di diventare il calciatore che sono oggi, gli sarò sempre grato. Mi ha sempre fatto sentire un attaccante forte, ha esaltato le mie caratteristiche limandomi i movimenti con l’intento di rendermi costantemente pericoloso. Mi ha programmato per il gol”.

Le parole del calciatore toscano sono al miele, ma per domenica lui stesso giura che non vuole fare sconti: “Insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni, ora spero di dargli un dispiacere. Il momento è delicato e il confronto del Ciro Vigorito è molto difficile perché il Benevento ha un organico ricco di giocatori di grande importanza per la categoria. Non dimentichiamo però che anche noi siamo impostati per lottare al vertice del campionato. Per superare una fase negativa come questa non servono ricette sofisticate, la chiave è nell’applicazione quotidiana negli allenamenti e nella voglia di superare le fasi che si attraversano”. 

Estrema fiducia, infine, in Fabio Grosso, oltre che in Giampaolo Pazzini, suo ‘rivale’ per una maglia nel 4-3-3 disegnato dal campione del mondo: “Grosso ha una precisa idea di calcio. Di giorno in giorno, così come faceva Bucchi, mi trasmette qualcosa di nuovo per essere utile alla squadra. Da lui sto imparando cosa significa avere una grande etica del lavoro. Abbiamo fame di migliorarci nel gioco e nei risultati. Con Pazzini mi trovo bene, penso che potremmo giocare tranquillamente insieme. Finora è capitato a Brescia, in una partita in cui giocammo tutti male, dunque non direi che avemmo particolari colpe come coppia di attacco. Il calcio insegna che quando una partita non va per il verso giusto non bastano neanche dieci attaccanti per fare gol…”. Indicazioni importanti per un allenatore che non è ancora entrato nel cuore della piazza. I risultati di certo non lo aiutano: un solo successo nelle ultime otto gare di campionato.