- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Non si è fatta attendere, dalle fila dell’opposizione a palazzo Mosti, la replica alle dichiarazioni rilasciate da Clemente Mastella nel corso della conferenza stampa di questa mattina (leggi qui). A parlare è Italo Di Dio. Che scrive:

“Ho ascoltato con estrema attenzione la conferenza stampa del sindaco Mastella che rendicontava quest’ultimo di attività amministrativa. Onestamente, le parole del primo cittadino mi hanno lasciato esterrefatto: nonostante i noti e seri problemi di tenuta politica nella sua maggioranza (carenza di numeri evidente sia al Comune che alla Provincia), ha pensato bene di puntare il dito contro l’opposizione per quanto accaduto nell’ultima seduta di Consiglio comunale. Invece di prendere atto della crisi politico-amministrativa in cui versano le due principali istituzioni sul territorio, di certificare la liquefazione di una maggioranza bulgara, di provare ad intervenire per rimettere insieme i cocci, Mastella si è messo a lanciare strali contro la minoranza. Siccome sono stato io a chiedere la verifica del numero legale quel giorno, mi preme fare chiarezza su quanto accaduto. Premettendo di essere stato il primo in Consiglio comunale a formulare gli auguri di pronta guarigione al sindaco a nome di tutta l’opposizione, ritengo tuttavia doveroso precisare che nessuno di noi fino a quel momento era al corrente del suo ricovero ospedaliero, in quanto le notizie che inizialmente circolavano riferivano di una banale influenza.

Pertanto, separando, com’è giusto che sia, il dato politico da quello personale, la richiesta di verifica del numero legale, peraltro già consegnata al presidente del Consiglio comunale nella precedente seduta con il sindaco presente (anche se in modo formale e poi ritirata dopo averne appurato la tenuta, sufficiente anche se ridotta), non può e non deve essere bollata come un atto di scortesia o vilipendio alla massima carica cittadina. E neppure può essere strumentalizzata per cercare di nascondere il momento di conclamata difficoltà governativa. Perché parliamo di una prassi utilizzata più volte in passato dagli attuali consiglieri di maggioranza e da assessori che siedono oggi accanto a Mastella. Sia chiaro che sono molto dispiaciuto per i problemi di salute che hanno interessato il sindaco, ma la verifica politica in quel caso, non sapendo del ricovero, si rendeva necessaria alla luce dei continui cedimenti di una maggioranza ormai al collasso.

Come si fa a negare che la nascita di gruppi consiliari autonomi e indipendenti (tra l’altro, come se non bastasse, ce ne sarebbe ancora uno in via di formazione), la sistematica assenza di alcuni consiglieri di maggioranza, il ritiro di alcuni importanti regolamenti come quello sugli impianti pubblicitari su espressa richiesta di uno dei gruppi consiliari di maggioranza, l’approvazione del bilancio consolidato in commissione finanze solo grazie alla presenza responsabile dell’opposizione, le dimissioni dei presidenti delle Commissioni Cultura e Attività Produttive, di fatto attestino il naufragio del progetto politico messo in piedi da Clemente Mastella? Il tentativo di mettere insieme pezzi di mosaici diversi, uomini e donne che non condividono gli stessi ideali, che hanno storie, estrazioni e radici divergenti, solo per sommare consenso è miseramente fallito.

Ergo nessun tentativo di “spallata”, visto che non ce n’è neppure bisogno: questa maggioranza si sta sciogliendo come neve al sole. Rinnovo il mio augurio per una completa guarigione al sindaco, ma sono obbligato a sollecitarlo in termini di chiarezza: la città deve sapere se la maggioranza che è uscita dalle urne esiste ancora, se è pronta ad utilizzare stampelle, se ha i numeri per andare avanti o se è meglio che si torni a dare la parola agli elettori. Una verifica dei posizionamenti in Consiglio non è più procrastinabile, per stanare chi si nasconde o chi pensa di stare con due piedi in una scarpa. Lo affermo e lo sostengo nell’interesse dello stesso Mastella e, soprattutto, del popolo sovrano, oltre che nel rispetto del ruolo che ogni consigliere comunale è chiamato a svolgere in ossequio al mandato che gli è stato affidato”.