Il movimento dilettantistico beneventano torna ad essere frizzante, c’è una certa fibrillazione in questa calda estate sannita con un ritorno ai campi di gioco e una gran voglia di creare aggregazione e divertimento con lo sport preferito.
Benevento torna ad avere quattro squadre di calcio pronte a iscriversi ai tornei dilettantistici: ritorni, conferme e situazioni da definire. Insomma tutto bello ma la domanda sorge spontanea: dove vanno a giocare queste squadre?
Eppure campi ce ne sono, alcuni iper utilizzati e con un calendario intasato, altri inavvicinabili per evidenti problemi. C’è la We’ll Come United che non è solo una squadra dilettantistica ma un vero e proprio progetto sociale, c’è la Forza e Coraggio il cui futuro, però, è ancora da definire, e poi ci sono due nascite importanti. Il Città di Benevento che prende vita sulla scia della vecchia Virtus e che farà capo a Giulio Vallone e addirittura la Ferrini che rappresenta un salto nel fascino del calcio sannita di tanti anni fa.
Tutto bello, tutto eccezionale, ma la questione campi a Benevento impone una riflessione. La struttura del Mellusi, da anni ormai, è satura di formazioni, e spesso ci si trova a dover dividere la preparazione con altre squadre. Idem per il Meomartini che spazi liberi non ne ha se non dopo una certa ora. Dell’Imbriani e del campo Avellola non ne parliamo neanche. Si tratta di campi che hanno altra destinazione.
Sia chiaro, nessun dito puntato contro le società che hanno in gestione i campi, ci mancherebbe. Li hanno avuti in gestione, hanno speso tanto per mantenerli e manutenerli e renderli ciò che sono, ma la questione resta comunque aperta. Anzi potrebbe essere anche un problema per i gestori stessi, Cesare Ventura e Grippo Drs, che dovrebbero avere a che fare con una manutenzione continua dato l’utilizzo costante e soprattutto alle prese con lo stress di dover creare dei calendari intasati senza scontentare qualcuno. Resta un problema serio per una città che non può rispondere alle esigenze di chi vuole fare sport o comunque può rispondere in parte.
E se a Benevento la situazione è questa, non si sta meglio in provincia. Al netto del nuovo campo ad Apollosa che è diventato già ambito, e quello di Telese nuovo di inaugurazione, è esplosa la questione Calvi con la società locale che è stata estromessa per alcune mancanze, almeno questo è ciò che è emerso, ma tutto deve essere ancora discusso e dimostrato. Allo stato attuale c’è solo lo ‘sfratto’ del Calvi. Problematica anche la questione a Ponte, col campo prima chiuso e poi riaperto per fondi che non sono arrivati e quindi resta così com’è.
Insomma, si vuole incentivare lo sport, fare aggregazione e socialità ma senza un luogo dove tutto ciò possa avvenire oppure costringendo le società a doversi guardare attorno, allontanandosi da casa, il che significa perdere identità, giocatori e aumento sensibile dei costi.