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Nella Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti la Settimana Santa non s’è aperta con un rito, ma con un gesto: la visita del vescovo don Mimmo Battaglia al carcere minorile di Airola. Mons. Battaglia, dopo aver pranzato con gli ospiti dell’Istituto Penale per Minorenni, ha condiviso con loro alcune riflessioni, ascoltando i loro dubbi e rispondendo alle loro domande in quello che è stato un momento molto arricchente. Il concetto di libertà, la gratuità con cui le persone vogliono aiutare questi ragazzi e l’impegno delle istituzioni, il senso di impotenza di questi ragazzi che vorrebbero aiutare le proprie famiglie in difficoltà e i sacerdoti che hanno la responsabilità di celebrare la vita concreta delle persone. Queste le domande che i ragazzi del carcere minorile hanno rivolto a don Mimmo.

Camminando verso il giorno di Pasqua, ognuno di noi è chiamato a scendere quotidianamente da Gerusalemme a Gerico. Uno scendere che, in realtà, è una salita per scendere in profondità nella vita, propria e dell’altro, per riuscire a scorgere in essa i segni della presenza di Dio. Non si può non passare per quella strada. Che don Mimmo, in questi giorni che ci separano dalla domenica di Pasqua, sta percorrendo: la strada della sofferenza degli ammalati e di chi sta lottando per l’ospedale di Sant’Agata de’ Goti; la strada di un cammino condiviso di conversione dello sguardo e del cuore; la strada dell’ascolto delle storie delle 9 famiglie di Airola, allontanate dalle proprie case a rischio crollo; la strada del dolore di tante famiglie che vivono ferite personali e difficoltà economiche; la strada dei sogni, dei desideri e delle speranze dei ragazzi e dei giovani; la strada dell’amore delle giovani coppie che si stanno preparando al matrimonio. La risposta di Dio al dolore e alla sofferenza, alla speranza e alla fiducia è ciascuno di noi che lotta, soffre, spera, resiste e ama. Per questo motivo mons. Battaglia, come segno per indicare la direzione per costruire una società più giusta e più umana, presiederà la Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi a San Salvatore Telesino presso la “Casa nella Selva”, donata all’associazione “La Mia Famiglia”, che si prende cura di bambini e ragazzi speciali.

“L’augurio che mi sento di fare a tutti – afferma mons. Battaglia – è di poterci sentire fortemente interpellati dall’umanità di Gesù, di sentire l’urgenza di cambiare noi stessi, il nostro sguardo sull’altro, la nostra mentalità, il nostro stile di vita, per riscoprire l’autenticamente umano come vero luogo credibile dell’annuncio del Risorto, per riscoprire in noi il desiderio di Dio: che tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.