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Vincenzo Sguera, consigliere comunale di maggioranza a palazzo Mosti, torna con una nota stampa sulla vicenda dell’ufficio di Stato Civile, questione già affrontata nei giorni scorsi dopo l’annunciata – e poi scongiurata – sospensione del servizio denunce morte nei fine settimana e nei giorni festivi. Scrive oggi Sguera:

“Alcuni giorni fa, ho stigmatizzato una disposizione di servizio sottoscritta da un dirigente comunale con la quale, di fatto, veniva sospeso il servizio dello Stato Civile comunale il sabato e la domenica per carenza di personale. Tuttavia, tale paradossale provvedimento – poi immediatamente revocato – è solo l’effetto di una problematica che già da tempo sta caratterizzando l’organizzazione dei dipendenti assegnati al Settore Demografia. È il caso, dunque, di chiedersi quale sia la causa che ha portato il rischio di un’interruzione del servizio eseguito dall’Ufficio dello Stato Civile.

Ebbene, dall’esame dei verbali delle riunioni sindacali, nonché delle comunicazioni inviate ai Dirigenti ed agli Assessori competenti, emergono delle evidenti criticità denunciate – da tempo – da taluni impiegati comunali. Nello specifico, il personale adibito al settore in questione lamenta: il mancato riconoscimento delle indennità di disagio e del salario accessorio, un organico insufficiente per un corretto svolgimento del servizio e la mancanza di una puntuale regolamentazione dell’ufficio di che trattasi. In conclusione, dall’analisi delle predette emergenze, è evidente che occorre non solo Intervenire immantinente per dirimere il contrasto insorto, ma che si impone vieppiù’ la necessità di delegare un assessore – ancor meglio di un mero consigliere – che si (pre)occupi di pianificare al meglio l’organizzazione complessiva dei dipendenti comunali e che intervenga immediatamente per porre rimedio alle eventuali storture che provocano condizioni di disagio per i nostri impiegati. E tanto, anche per evitare contenziosi giudiziari che vedrebbero contrapposti da un lato il personale dell’Ente e dall’altro il Comune stesso!”.