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Benevento – La Festa del Cinema di Roma incontra l’arte con il film di Mimmo Paladino. “La Divina Cometa” è stato presentato ieri sera, in anteprima, nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica e segna il ritorno sul grande schermo di uno dei grandi artisti contemporanei a sedici anni dall’esordio con “Quijote”, in cui recitava anche Lucio Dalla. “Da tempo avevo desiderio di fare di nuovo qualcosa col cinema – ha raccontato il regista -. Per molti versi è paragonabile alla scultura. Creare un film è qualcosa di analogo ma è come plasmare la luce. Questo è quello che mi affascina: lavorare con la luce che si materializza, che diventa immagine, movimento, parola, suono”. 

L’artista sannita porta la Divina Commedia nel presepe napoletano per un lungometraggio – pensato e creato in occasione del settimo centenario della morte del Sommo Poeta – letteralmente fantasmagorico, che ripropone un Dante solitario e afasico, senza parole davanti a un mondo complesso, l’Inferno. Un film unico, originale, che unisce numerose suggestioni artistiche e che si avvicina ancor più al linguaggio cinematografico rispetto al film con il quale Paladino debuttò dietro la macchina da presa. “Amo il cinema perché è un mezzo molto versatile, – ha spiegato l’artista – è straordinario come possa parlare a tanti livelli di interpretazione. L’amicizia è alla base di tutto questo progetto. Anche in questo film c’è una coralità che non sarebbe stata possibile senza il mio afflato verso il mondo del cinema e del teatro, che frequento più di quello dei pittori”. 
Per portare a compimento il suo lavoro, Paladino ha chiamato intorno a sé tanti amici, un foltissimo gruppo di attori, cantanti, pittori e artisti di vario genere, tra cui Alessandro Haber, Sergio Rubini, Cristina Donadio, Toni Servillo. Quest’ultimo prima della proiezione ha parlato, con entusiasmo, del suo forte legame con il maestro della Transavanguardia: “La mia partecipazione nel film si è risolta in un giorno, come quella di molti altri colleghi, amici del regista. È stato un immenso piacere per me. Sono talmente affezionato a lui, gli voglio talmente bene che se Mimmo chiama io ci sono sempre”. 
A sfilare sul red carpet della 17esima edizione della kermesse cinematografica della Capitale anche Nino D’Angelo che nel lungometraggio ha vestito i panni del Magio poesia: “È stato bello stare sul set con Paladino. Io ho girato in Puglia, lui poi si è spostato in tanti altri posti. Mi sono divertito molto perché è un film diverso, sui colori, e non poteva essere altrimenti essendo il regista un pittore”. Nel film anche Francesco De Gregori in una veste inedita: “È il magio che si è perso per ragioni produttive: non poteva girare con gli altri, – ha affermato Paladino – ma ci voleva essere e mi ha dato il pretesto per inventare un altro magio. La tradizione ne vuole tre, forse sono quattro, io li ho fatti diventare cinque, con l’ultimo, quello della filosofia, raccattato in mezzo alle pecore. In tutto questo c’è un gioco di scrittura precedente fatto con Maurizio Braucci, poi integrato con l’improvvisazione. È un po’ come nella pittura: se mi cade una macchia ne faccio forse la ragione di un quadro”. Il progetto, prodotto da Run Film e Nuovo Teatro, nei prossimi mesi verrà trasmesso sia da Rai sia da Sky Arte e intanto si ragiona su serate speciali ad hoc nelle sale cinematografiche.