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“La salma di Michele sta per essere sottoposta agli esami che abbiamo richiesto”. A renderlo noto, da Ibiza, è Giuseppe Noschese, padre di Michele Noschese, il 35enne napoletano noto come Dj Godzi, deceduto nella sua abitazione, la notte tra il 18 e il 19 luglio scorso.”Si tratta – spiega Giuseppe Noschese, che è un medico – di una risonanza magnetica all’encefalo e di una tac total-body”. “Mi sono rifiutato di vederlo – dice ancora Giuseppe Noschese – ho gestito, da medico, decine e decine di pazienti politraumatizzati, so qual è lo spettacolo davanti al quale mi troverei.Per questo ho deciso di non vederlo”. Noschese parla anche di quello che potrebbe essere l’ultimo messaggio che il figlio ha inviato, prima di morire.Un audio trasmesso a un amico pochi minuti prima dell’intervento delle forze dell’ordine: “Sono le 7.49 – dice Michele Noschese nel messaggio audio inviato all’ex inquilino con il quale sta litigando – alle 7.50 già sai quello che devi fare.Eliminato brother, fuori un altro, grazie per il supporto, però dovete uscire da casa mia”. “Non voglio alzare la musica perché stanno dormendo i bambini, non mi far fare casino, chiamare la sicurezza”. A chiamare la polizia, però, saranno proprio i vicini.”Questo messaggio – dice il padre di Michele Noschese – l’ha inviato mio figlio 15 minuti prima dell’arrivo della Guardia Civil, ovviamente è tutto agli atti.Ho sempre avuto molta forza interiore, la mia forza ora nel ricordo di Miki il mio più amato compagno di giochi”. 

Gli accertamenti medico-legali sulla salma di Michele Noschese, richiesti dalla famiglia, sono stati autorizzati dall’autorità giudiziaria locale. Il padre del dj, attraverso i suoi legali, aveva sollecitato altri accertamenti per integrare i risultati di quella che ha definito una “frettolosa autopsia”, alla quale non ha potuto partecipare un consulente di parte. Obiettivo della tac total body e della risonanza magnetica all’encefalo richieste è quello di rilevare eventuali lesioni ossee o dei tessuti molli.    Il perito di parte nominato dalla famiglia per assistere a questi ulteriori accertamenti è il medico-legale Juan Luis Poncela.   Secondo la ricostruzione della Guardia Civil, l’esame autoptico avrebbe escluso “segni di violenza” sul giovane e la sua morte sarebbe avvenuta a causa della “continua assunzione di diverse sostante stupefacenti”.