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Telese Terme (Bn) – Esplode la polemica a Telese Terme, il comune nel quale la lotta alla carica di primo cittadine pare più accesa. Un documento, questo il pomo della discordia, che ha fatto partire una serie di accuse che potrebbero avere anche uno strascico legale.

La storia ha inizio dal mattino quando Gianluca Aceto, candidato della compagine guidata da Caporaso, entra in possesso, stando alle sue parole, di un documento che potrebbe smascherare accordi sottobanco nella lista avversaria. Aceto – in un video pubblicato sulla pagina ufficiale di “Tutti Telese” – sventola il documento che svelerebbe il patto tra il candidato sindaco della lista “Telese Città”, Nicola Di Santo, e l’ex consigliere comunale di minoranza Angela Abbamondi.

Nel documento, secondo quanto racconta Aceto, a fronte di una dichiarazione pubblica di sostegno dell’Abbamondi alla lista di Di Santo, in caso di vittoria di quest’ultimo, all’ex consigliera stessa verrebbe garantito un assessorato esterno.

Accuse gravi che non sono passate sotto silenzio. Anzi. In serata è arrivata la nota a firma delle quattro persone “accusate” di aver sottoscritto l’accordo: Nicola Di Santo, Angela Abbamondi, Pasquale Carofano e Gianluca Serafini. 

In un momento di così profonda difficoltà per la nostra Comunità per un’emergenza pandemica che sta condizionando anche la campagna elettorale, la lista Telese Città aveva lanciato, solo ieri, l’ennesimo appello alla responsabilità. Eppure, c’è chi in questo momento si dedica ad altro.

E’ un video esilarante quello del candidato Gianluca Aceto, di certo lui abituato a talune pratiche e probabilmente avrà tratto spunto per il suo “colpo di teatro” proprio dagli accordi politici sottesi alla formazione della sua lista. Tanti, si immagina, viste le eterogeneità delle convergenze.

Dica infatti Aceto quale è il contenuto dell’accordo raggiunto con Caporaso per rinnegare anni di accesa militanza contro un sistema politico che non ha mai accettato. Lo dica Liverini, riguardo al suo di accordo politico. Dovendo presumere, aggiungiamo, che se mancano accordi scritti, avranno avuto fior di garanti in grado di tutelare tutti, o quasi tutti, dal momento che nell’album di figurine della lista che si contrappone a Telese Città non tutti troveranno posto.

Detto questo, quelle di Aceto sono solo chiacchiere screditanti che denotano la pochezza dell’avversario e la spregiudicatezza dei comportamenti. Come tutti possono verificare con i loro occhi, il documento mostratoci è falso. Non indica la provenienza né il destinatario e chiunque avrebbe potuto redigerlo. Ma, soprattutto, è privo di sottoscrizioni.

Valuteremo eventuali azioni legali da intraprendere“.

A stretto giro la controreplica di Aceto: “Ho appena letto il comunicato della lista Telese Città, intriso della consueta violenza verbale e chiuso dalla minaccia di azione legale, che spero sia tramutata in fatti.
Fossi in loro, tuttavia, eviterei di insistere sulla veridicità del documento e della riunione. È un consiglio gratuito, una mano tesa a chi sta affogando nel mare del ridicolo”.

Insomma toni alti, anzi altissimi a pochi giorni dal voto. E c’è da giurarci che la polemica sul “documento della discordia” si protrarrà anche dopo che le urne avranno consegnato il giudizio elettorale.