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Benevento – Quegli otto minuti di recupero rappresentano una sintesi efficace. Il Benevento in surplace, il Frosinone a rincorrere affannosamente la palla senza alcuna fortuna. La gestione del finale di gara, accorta e arricchita da diversi tocchi di classe, ha issato ulteriormente la Strega sul trono del campionato. Un Benevento padrone nell’atteggiamento e nello spirito, oltre che nella tecnica e nella tattica. Un centrocampo senza rivali, una difesa che non incassa gol da 512 minuti (recupero escluso, l’ultimo a punirla fu Calò, nel derby di Castellammare), un attacco che pur non segnando a raffica aiuta lo sviluppo della manovra offensiva. Gli aggettivi sono terminati da un po’, ma parlano i numeri di una ‘febbre’ che ha toccato proprio ieri i 40 gradi. Tanti sono i punti conquistati in diciassette gare, per una media superiore ai 2,3 per match.

Miglior attacco (28 gol fatti) e miglior difesa (8 subiti), capacità di sfruttare la minima occasione chiudendo poi ogni ogni varco all’avanzata avversaria. Montipò ieri si è sporcato i guanti in una sola circostanza, sul cross di Beghetto in avvio di gara, poi si è limitato a ‘soffiare’ fuori il destro di Paganini e la conclusione deviata di Haas, sussulti fini a se stessi in un match dominato dai sanniti soprattutto sul piano psicologico. Nesta è rimasto ingabbiato, ha addirittura perso il confronto sul piano del possesso palla (51% a 49%), unica briciola che generalmente i giallorossi lasciano all’avversario di turno. Il Frosinone ha semplicemente , e inevitabilmente, perso. Come altre undici delle diciassette squadre che hanno osato provare a contrapporsi agli uomini di Inzaghi in questo torneo di B. Dodici vittorie, cinque pareggi, una sola sconfitta, a Pescara. Era il 26 ottobre scorso, gli adriatici – che giocheranno oggi contro il Trapani – distano attualmente ben 19 punti dalla vetta. Sì, da quel giorno sembra trascorso almeno un decennio. 

Foto: Frosinone Calcio