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«Il mio intervento sulla politica ed il servizio certamente – ha spiegato don Matteo Prodi – ha avuto una radice evangelica perché Gesù ha sempre ripetuto che lui non è venuto per essere servito ma per servire. Qui ci siamo soffermati sulla storia della chiesa ed il rapporto tra i vari poteri, per dirci che il tema del potere è certamente una cosa che ha occupato tutta la storia dell’umanità. Noi oggi in Italia possiamo riferirci ad un testo importantissimo che è la Costituzione che dice che il potere appartiene al popolo. E quindi, centrale nella nostra riflessione sul potere, è il popolo ed il come si costruisce un popolo. Il popolo si costruisce quando le persone capiscono di potersi fidare gli uni degli altri e di poter saper sempre che ci si salva soltanto insieme, ma in una apertura completa e totale anche ai problemi del mondo». 
«Il popolo – ha aggiunto don Matteo – si costruisce con l’educazione, con l’istruzione, con la formazione, con la responsabilità, con la cura e tutto quello che in qualche modo può creare, assieme anche alle competenze, un popolo coeso che guarda assieme al bene comune. Questo vuol dire anche che la profezia non si deve semplicemente curare di gestire il potere in funzione delle persone, ma deve anche curare questo aspetto più profetico cioè di costruzione del popolo che verrà domani e che quindi potrebbe anche mandarmi a casa con future elezioni, ma io devo creare un popolo di persone libere perché solo un popolo di liberi può veramente essere il popolo che può garantire lo sviluppo ed il progresso per tutti».