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Benevento – “Il contenuto contestato dalla Magistratura, ritrovato sul computer di Don Nicola De Blasio, risaliva al 2015. Da allora non era stato né visionato, né diffuso in rete per il fatto che il computer era andato fuori uso”.

Questo il succo delle dichiarazioni rese dall’avvocato Massimiliano Cornacchione, difensore di Don Nicola De Blasio, all’uscita dall’interrogatorio di garanzia, cui è stato sottoposto oggi, presso la Procura di Benevento. Il parroco di San Modesto e direttore della Caritas, che si avvale anche della consulenza dell’avvocato Alessandro Cefalo, è stato arrestato nella giornata di mercoledì per detenzione di materiale pedopornografico. 

Il confronto odierno con il magistrato è durato circa 45 minuti, durante i quali Don Nicola ha spiegato che il computer non era funzionante. “Quel materiale serviva a don Nicola per una ricerca che stava compiendo sul fenomeno della pedopornografia tra i preti, fenomeno che in quel periodo stava esplodendo nelle cronache. Quando ha capito di non poter continuare a raccogliere tale materiale per motivi di studio, senza avere l’autorizzazione dei Superiori, don Nicola ha smesso di farlo. Ha dimenticato quei file anche perché il computer ha smesso di funzionare“.

L’avvocato Cornacchione ha precisato: “Don Nicola ha anche sottolineato di non aver mai avuto particolari tendenze o impulsi come definito dal magistrato. Dal 2015 ad oggi, gli unici che hanno visionato il materiale sono stati gli agenti della Polizia Postale e questo è facilmente dimostrabile. Abbiamo nominato un perito per attestare questa verità“.

In merito ai 170mila euro in contanti trovati nel suo appartamento e sequestrati, il sacerdote ha spiegato che si trattava in larga parte delle offerte per i lavori di ristrutturazione della chiesa, oltre a dei risparmi che gli hanno lasciato i genitori.

Li restituirà se gli saranno dissequestrati“, ha concluso l’avvocato, “Don Nicola è un uomo distrutto perché è stato sollevato dalla sua carica di Direttore della Caritas e probabilmente lo sarà anche dalla carica sacerdotale. Ma è intenzionato a difendersi e oggi ha risposto a tutte le domande del magistrato“. La Procura, intanto, ha chiesto di confermare i domiciliari, mentre la difesa si sta muovendo per non far convalidare l’arresto.

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